Con 18 voti a favore e 4 contrari “numeri da prima convocazione” come li ha definiti Giose Trivisonno capogruppo del Pd, l’Aula di Palazzo San Giorgio ha approvato il bilancio di previsione 2015. Da oggi è stato ufficialmente reciso il cordone ombelicale con il passato, poco o troppo ingombrante che sia. L’amministrazione Battista inizia dunque il cammino politico su quel sentiero che ha tracciato in campagna elettorale e che ha iniziato a segnare con il primo previsionale. Ma se quella di oggi è stata una difficile prova di forza superata dalla maggioranza, che nelle settimane scorse ha mostrato segnali di sofferenza, allo stesso tempo è stato il giorno in cui la stessa maggioranza ha vinto il braccio di ferro con l’intergruppo. Da più parti la voglia più o meno palese e più o meno marcata di tagliare i ponti con i dissidenti che nemmeno ieri si sono presentati in Aula disertando quella che per un’amministrazione è un appuntamento decisivo per la sua stessa sopravvivenza quanto il voto di fiducia in Parlamento. Nessuna dichiarazione di guerra dunque, ma una presa d’atto della rottura “da parte di chi è rimasto in aula a discutere, a difendere e ad approvare questo strumento fondamentale per il Comune e quanti invece continuano a fare opposizione al di fuori della maggioranza senza avere nemmeno il coraggio di partecipare alle riunioni del gruppo. Uno spirito il loro orientato sempre alla protesta e poco alla proposta”. Rapporti dunque più che tesi tra le due ‘facce’ che faticano a restare ‘della stessa medaglia’. Da una parte il centrosinistra dall’altra i centristi: Ambrosio, Colarusso e Madonna che continuano sulla loro strada “senza sapere però che anche in loro assenza – ha spiegato il consigliere De Bernardo del Molise di Tutti – il bilancio è stato approvato …e la loro poltrona è salva. Oggi, con i numeri della votazione, abbiamo dimostrato la nostra compattezza. È innegabile che loro non c’erano, ma noi che abbiamo il rispetto del mandato elettorale e che diamo valore al nostro ruolo ci siamo presentati e abbiamo votato. Perché è un nostro diritto, ma spesso è anche un dovere essere in aula” . Qualche segnale di sofferenza è arrivato anche dalle opposizioni che hanno criticato la mancanza di apertura della maggioranza verso le loro istanze; tutti gli ordini del giorno e gli emendamenti sono stati bocciati, o dichiarati inammissibili. Per niente d’accordo invece con il cosiddetto parere ‘non favorevole’ apposto sulle istanze Francesco Pilone: rappresenta una pozione politica più che tecnica “Il legislatore – ha riposto il segretario generale Di Cicco – è stato molto accorto: ci può essere ma non è vincolante”. Poco cambia però la sostanza dei fatti. I sette odg sono stati respinti, così come gli otto emendamenti (quattro della Coalizione civica e quattro del Movimeno Cinque stelle). “Non è tanto importante – ha aggiunto Paola Felice dei grillini – che la maggioranza ci dica sì, a noi interessa invece che le istanze e le idee di progettualità vengano recepite, visto che in questo bilancio non ce n’è traccia. È per il bene della città”.
Di buoni propositi ha parlato il sindaco Battista: “L’anno prossimo cercheremo di portare con anticipo il bilancio in aula. Lo scarso numero di emendamenti e l’esiguità della cifre la dicono lunga però sull’indice di gradimento di questo documento. Il bilancio non è fatto solo di numeri, bisogna leggere le relazioni allegate e dalle stesse si legge che con questo previsionale l’amministrazione riprende in mano la città, riportano l’attenzione su alcune tematiche importanti: le politiche sociali e il turismo per esempio. Ci hanno accusato di aver confezionato un documento senza anima, ma questo bilancio non ha bisogno di essere coraggioso o di chissà quale altro aggettivo. Basta dire che abbiamo abbassato la Tasi e mantenuto inalterata la Tari nonostante non sia partita ancora la differenziata che con la nomina del nuovo Cda della Sea dovrà essere avviata. Questo governo si impegna anche a recuperare risorse laddove sono disponibili. C’è poi un piano triennale delle opere pubbliche col quale trasformeremo radicalmente la città. Ma per poterlo fare bisogna correre e allora anche le commissioni, alcune delle quali funzionano benissimo, devono accelerare senza perdersi nella burocrazia”.
E se Marialaura Cancellario di Democrazia popolare ha bocciato il bilancio perché “un copia e incolla senz’anima, dove i progetti presentati nelle relazioni programmatiche e previsionali non sono supportati da coperture economica” Cretella ha puntato il dito contro la mancanza di partecipazione delle minoranze nel processo decisionale di un bilancio che, per l’eccessiva continuità con gli ultimi anni, rappresenta un vero fallimento”. Stoccata al vetriolo di D’Anchise all’intergruppo latitante: è facile prendersi il lusso di non votare il bilancio sapendo che non si va a casa perché c’è chi fa il proprio dovere in aula”. L’acredine è palpabile. E tra chi deve prendere una decisione “o dentro o fuori, i dissidenti devono scegliere”, e tra chi va e chi resta, ieri il leader della coalizione civica Michele Scassera avrebbe voluto ufficializzare le sue dimissioni che invece farà slittare ancora di qualche giorno. Al suo posto entrerà Carla Fasolino.

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