Per il Comune di Campobasso il ‘caso è stato archiviato’: il Consiglio ha votato l’adesione all’ente che gestirà il servizio idrico. Il polverone sull’Egam però continua. Dissidenti a destra come a sinistra. Contrario anche Roberto Gravina del Movimento Cinque. “Credo sia doveroso dire come la penso, al netto di qualsiasi condizionamento, perché – scrive in una nota – se è vero che la politica è schierarsi, è altrettanto vero che lo si può fare evitando strumentalizzazioni di sorta. Con l’acqua, poi, il ‘tifo’ andrebbe escluso!!!Partiamo dalle cose certe.
Egam nasce a fronte di una colpevole inerzia delle Aato, le autorità di ambito che furono fissate per legge al fine di governare il sistema idrico integrato regionale. Ricordo che la soppressione delle Aato fu decisa nel 2010 dal Governo Berlusconi. Soppressione prorogata fino al 2014 per evitare il vuoto istituzionale nel governo del sistema.
Dopo anni di totale immobilismo, il governo Renzi – governo permeato di blocchi di potere ed interessi massonici al pari di un governo Berlusconi qualsiasi – decide di ‘far decidere’ le regioni, fissando un termine, non più derogabile, per dotare le stesse di un ente di governo d’ambito. Il Molise, fedele alla sua prerogativa, di essere rappresentata da politici poco lungimiranti e soprattutto ignavi, arriva con ritardo tanto da ‘costringere’ le amministrazioni locali ad aderire all’Ente di Governo in tutta fretta, di fatto senza aprire un confronto, ma soprattutto senza poter informare i cittadini.
Egam, in sé, – continua Gravina – non è un vero problema, posto che rappresenta l’anello finale del sistema previsto sin dal 1994, con l’introduzione del concetto di servizio idrico integrato, concetto adottato in tutto il mondo moderno, che punta ad una alta efficienza del servizio attraverso una gestione coordinata delle infrastrutture idriche, superando l’eccessiva parcellizzazione delle decisioni, e quindi della gestione. Di fatto, è evidente a tutti che la frammentazione gestionale, non ha portato ad un efficientamento delle reti, né ad una corretta gestione delle tariffe.
Il referendum del 2011 ha cristallizzato il principio secondo cui la tariffa del servizio idrico non può (e non deve) adeguatamente remunerare il capitale investito, il che equivale a dire che non si può fare profitto sull’acqua. Ma siamo tutti concordi che la tariffa dovrà mirare all’efficienza della rete e all’equilibrio economico finanziario: non ci guadagno ma nemmeno devo perderci, visto il periodo economico.
Egam, quindi, non è nient’altro che la sostituzione delle fallite (fallite nel progetto) Aato. Nulla di più, nulla di meno! Con un atto di ‘imperio’, la ‘legge di stabilità 2015 ha, quindi, imposto – visto che per quasi 15 anni si è rimasti a guardare – l’unicità della gestione del servizio idrico, ma soprattutto ha imposto la creazione dell’ente di governo, al quale demandare tutte le decisioni sul servizio idrico, ente di governo costituito dai sindaci dell’ambito territoriale. Ripeto: nulla di diverso da quanto prevedeva il D.lgs. 3.4.2006! E si badi che la previsione del potere sostitutivo, con la nomina del commissario ad acta era già prevista nel citato decreto legislativo, all’art. 152. Quindi, dove sta lo scandalo? In verità, tanto basta per dire che la polemica su Egam è fondata ma solo in piccola parte. Non lo è per le ragioni dinazi espresse; lo è dal momento che rappresenta un nuovo Ente, che avrà un nuovo direttore, del personale che dovrà essere costituito privilegiando dipendenti della Provincia…insomma, il rischio di un Ente costoso, che accontenti il politico trombato di turno o l’amico del potente a spese della collettività, attraverso l’aumento delle tariffe.
Dire che Egam equivale a privatizzare l’acqua è un falso o per meglio dire, la privatizzazione è sì possibile, ma lo era anche in precedenza con l’istituzione delle Aato. Prova ne sia che la gestione privata dell’acqua è stata attuata in diverse regioni sin dal 2007.
Pertanto, il vero tema è sempre lo stesso. Sin dal 2006 l’affidamento dell’intera filiera dell’acqua può essere affidato anche ai privati in forma mista. L’affidamento ai privati – con compartecipazione pubblica di maggioranza – rappresenta una soluzione (la peggiore, per inciso, soprattutto quando consolida il potere di grandi gruppi che fanno industria con l’acqua) insieme alle altre opzioni che la legge riconosce: totale partecipazione pubblica (il modello che sosteniamo e sostengo senza se e senza ma) con società in house o di diritto privato a capitale pubblico. Certo è, che i sistemi idrici italiano e molisano devono, e sottolineo devono, essere migliorati ed efficientati; fino a quando l’acqua è abbondante il problema sembra lontano o sembra non esistere, ma una politica lungimirante Deve porsi il problema e deve risolverlo prima che si configuri. Nell’attuale stato, una stagione siccitosa – ricordiamo il 2003 – esporrebbe anche la nostra regione a forti squilibri nell’approvvigionamento della risorsa acqua e questo sì che sarebbe uno scandalo! I sindaci sono chiamati a decidere; non l’hanno fatto prima con le Aato, devono farlo ora con l’Egam. Hanno un mandato elettorale, hanno una responsabilità enorme: garantire acqua a tutti, ad un prezzo ragionevole, senza fare profitto ma mirando alla sostenibilità! Il resto è tifo politico e con l’acqua non dovrebbe essere così. La politica ha il dovere di informare, superare le conflittualità per mirare all’interesse collettivo: su questi temi ne vale della sua credibilità! Con l’acqua non si scherza!”.

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