“La scuola ‘Sandro Pertini’ non aveva i  minimi requisiti di sicurezza. E quindi decisi di chiuderla” nonostante i soldi spesi per i lavori di adeguamento sismico. E’ uno dei passaggi clou delle dichiarazioni rese in Tribunale a Campobasso dal sindaco di Fossalto Nicola Manocchio. Ieri mattina la sua lunga deposizione nell’ambito della nuova udienza (la prima del 2016) del processo che vede imputate sette persone, tra questi l’ex primo cittadino Nicola Cornacchione, gli ex assessori comunali Donato Brienza e Nicola Gallo, l’ex responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Fossalto Carlo Gatti, Antonio Iuliano, titolare della Italscavi, il progettista Pasquale Tromba e il collaudatore Aldo Vergalito. Sono accusati a vario titolo di pericolo di disastro colposo, truffa ai danni dello Stato e falso. Secondo l’accusa, inoltre, l’impresa avrebbe eseguito solo parzialmente i lavori di adeguamento sismico dell’edificio voluti dalla precedente amministrazione guidata da Nicola Cornacchione.

Concluso l’esame dei testi indicati dal pm per i lavori di consolidamento e per la messa in sicurezza della scuola di Fossalto, il processo subirà un’accelerata. Il giudice monocratico Gian Piero Scarlato ha annunciato di voler velocizzare l’iter per il procedimento di dissequestro della scuola: entro il prossimo 30 giugno bisognerà completare le procedure per l’appalto e per evitare che il Comune di Fossalto perda il finanziamento di un milione di euro concesso dalla Regione.

Le prossime due udienze sono state perciò già fissate: una si svolgerà il 25 gennaio, l’altra l’8 febbraio. Al Palazzo di Giustizia di Campobasso saranno ascoltati i testi di parte civile (il Comune di Fossalto, difeso dall’avvocato Mariano Prencipe) e della difesa.

 

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