Possibile che Campobasso perda un presidio culturale come la biblioteca provinciale ‘Albino’? Avviene nella città dei centri commerciali, sempre più indolente, e nel silenzio generale.  Oggi camminare in quelle stanze deserte sembra quasi un film horror.  Ora è una biblioteca fantasma. Dei dipendenti non è rimasto nessuno: scaduto il contratto lo scorso 31 agosto, dal 1 settembre sette sono tornati all’amministrazione centrale, divisi tra il Ministero dei beni culturali e quello della Giustizia. Dal 1 ottobre andrà via anche il direttore Vincenzo Lombardi. Oggi di fatto la biblioteca è chiusa e se qualche cittadino la trova aperta, spiega il direttore, “è solo per consentire il recupero del materiale prestato”.

Decisiva la mancata firma dell’accordo (prevista lo scorso 3 agosto) per definire il  passaggio della biblioteca ‘Albino’ (e di altri ‘pezzi’ della cultura molisana come la parte antica del Museo archeologico, Palazzo Iapoce e alcune raccolte d’arte come quella di Pettinicchi) dalla Provincia al Ministero per i beni culturali. Il cortocircuito c’è stato proprio a livello locale.

“Se si fosse firmato l’accordo, non ci sarebbe stato alcun impatto per il personale e dunque per la biblioteca”, sottolinea il direttore Lombardi. “La ‘Albino’ è stata l’unica a ricevere l’ok dal Consiglio superiore per i beni culturali per diventare biblioteca statale. Un bel riconoscimento, ma poi? L’accordo con il Ministero – insiste il direttore – deve essere un punto di partenza per rifondare la biblioteca e spero che si faccia in tempi più brevi possibili. Bisogna ripartire con una storia nuova: attualmente la biblioteca provinciale è morta. Peccato perché in tre anni è stato distrutto un patrimonio notevole”.

L’articolo completo domani su Primo Piano. 

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