Il primo round della vicenda giudiziaria – che ha visto ‘antagonisti’ i Comuni di Pietrabbondante e Castel del Giudice – se l’è aggiudicato l’originario vincitore del bando del Piano nazionale di ripresa e resilienza per l’attrattività dei borghi.
Una chance importante per il rilancio di Pietrabbondante e del territorio che ospita il santuario italico che, con la sua storia millenaria e la suggestione di un luogo magico, domina le vallate dell’alto Molise. Venti milioni di euro per un progetto di rilancio che significa, prima di tutto, lottare per non scomparire. Il Tar Molise, chiamato ad esprimersi dal Comune di Castel del Giudice – il cui progetto è arrivato secondo in graduatoria, con sette voti di scarto – con sentenza pubblicata ieri, ha rigettato il ricorso dell’amministrazione guidata da Lino Gentile. E così la graduatoria redatta da un comitato di esperti nominato dalla Regione Molise resta così com’è. Pietrabbondante è il Comune che si aggiudica i 20 milioni di euro. Trentadue le manifestazioni d’interesse presentate dai Comuni in possesso dei requisiti richiesti, uno solo avrebbe avuto accesso alla somma. Rilevante e impegnativa, che declina la parola futuro. Che soprattutto nelle aree interne sembra spesso essere cancellata dal vocabolario. Problemi di viabilità, lo spopolamento che morde, i servizi che progressivamente vengono meno, a cominciare da quelli sanitari. E così quella somma diventa un tesoretto per le generazioni future, consente di creare opportunità e di alimentare speranze. Il progetto per il quale il piccolo comune dell’alto Molise ha proposto la propria candidatura e si è aggiudicato i 20 milioni si chiama «Pietrabbondante, un angolo di mondo tra cielo e terra» e affonda pienamente nelle enormi ricchezze del territorio, in primis in quell’area archeologica che è un unicum, e non solo del Molise. «Partendo dalle nostre ricchezze, prima fra tutte l’area archeologica – dichiarò allora il sindaco Antonio Di Pasquo a Primo Piano Molise – abbiamo ipotizzato un progetto di infrastrutture e di servizi all’interno del paese perché tutto quello che di bello, di straordinario, di unico abbiamo possa avere ricadute economiche sul paese, possa richiamare i tanti giovani che hanno dovuto lasciare Pietrabbondante. Possa farli tornare». Venticinque pagine di sentenza che apriranno, probabilmente, altri scenari. Perché non è affatto escluso il ricorso al Consiglio di Stato, ipotesi che il sindaco Gentile e i suoi legali starebbero attentamente valutando. In sintesi i giudici amministrativi, dichiarando il ricorso infondato, spiegano come i rilievi posti all’attenzione del Tar dai ricorrenti – sebbene molto ben argomentati – non siano riusciti a dare corpo a «specifici vizi» che non sono stati riscontrati nelle scelte assunte dalla Commissione, quella che ha giudicato le 32 manifestazioni d’interesse ed ha individuato il progetto di Pietrabbondante come meritevole dell’assegnazione dei fondi del Pnrr. Ed è proprio nella discrezionalità della Commissione giudicatrice uno dei punti nodali della sentenza. «Il Collegio – si legge – evidenzia che i criteri dettati dall’avviso pubblico, così come la griglia dei punteggi approvata dalla Commissione, connotano la fase valutativa delle proposte progettuali in senso fortemente discrezionale». Motivo per il quale «l’esercizio della discrezionalità valutativa della Commissione, nel concreto correttamente procedimentalizzato, non può che sfuggire al sindacato di legittimità del giudice amministrativo, salvo il solo particolare caso che la spendita di siffatta discrezionalità si sia caratterizzata, nello specifico, per la presenza di macroscopici vizi di eccesso di potere per irragionevolezza, arbitrarietà o travisamento». In parole poverissime, la valutazione della Commissione – ovviamente sulla base dei requisiti e dei criteri dell’avviso pubblico – che è discrezionale non può essere messa in discussione se non in presenza di ‘vizi’ che non sono stati riscontrati dai giudici amministrativi.
Amareggiato il sindaco di Castel del Giudice, Lino Gentile. Per ben due volte, il Tar Molise ha respinto i ricorsi incidentali presentati dal Comune di Pietrabbondante, ricorda il primo cittadino. Gli stessi giudici hanno accolto l’istanza di sospensione cautelare dell’efficacia degli atti impugnati presentata dal Comune di Castel del Giudice. «Sorpreso e amareggiato – spiega a Primo Piano Molise – ma le sentenze si rispettano. Valuteremo nelle prossime ore cosa fare assieme ai nostri legali, se ricorrere al Consiglio di Stato. Ma se questa sarà la strada, la percorreremo subito» avverte, con la consapevolezza che quei 20 milioni sono stati fermi in attesa della decisione dei giudici. Il 24 giugno scorso, infatti, il Ministero della Cultura ha assegnato i fondi a tutti i vincitori nelle regioni con l’unica eccezione, appunto, del Molise. «Le contestazioni mosse dal Comune ricorrente erano per lo più attinenti a presunti vizi inficianti l’ammissibilità della manifestazione di interesse del comune vincitore – commenta il legale del Comune di Pietrabbondante, Vincenzo Iacovino – ma il Tar ha integralmente rigettato il ricorso principale proposto da Castel del Giudice, confermando la legittimità del finanziamento in capo a Pietrabbondante ed evidenziando l’infondatezza in ogni punto del ricorso del Comune di Castel del Giudice, accertando così la piena sussistenza per Pietrabbondante di tutti i requisiti atti ad ottenere il finanziamento e accogliendo integralmente le tesi difensive elaborate con gli avvocati Vincenzo Fiorini e Marco Scarano, difensori del Comune di Pietrabbondante». Ovviamente soddisfatto il primo cittadino di Pietrabbondante.
«La decisione assunta dal Tar dà al nostro centro la possibilità di aprire un nuovo ed importante capitolo. – commenta Antonio Di Pasquo, ai colleghi di quotidianomolise.com –. Lavoreremo in ottica di incentivare il turismo in tutto l’alto Molise».
ppm

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