Il 14 giugno scorso, Mino Pecorelli – scomparso quando ne aveva solo 51 – avrebbe compiuto 95 anni. Sua nipote Nevin Pecorelli – come segnala il giornalista Giovanni Petta – gli ha dedicato un affettuoso messaggio, che non è solo il ricordo ma è «l’attestazione, finalmente non solo di parte, della bellezza, morale e professionale, di una figura che il mondo politico italiano, e non solo quello, ha cercato di screditare in ogni modo, persino con la diffusione della sua peggiore fotografia, di lui che era un uomo bello e sorridente».
La nipote ricorda così il giornalista Mino Pecorelli.
«Da quasi un’ora è passato il tuo 95esimo compleanno, il 45esimo che non hai potuto festeggiare perché ti hanno freddato una sera di quasi primavera del 1979. Di te ho un ricordo sfumato, un miscuglio di immagini vere, di quelle delle tante fotografie passate in questi anni in televisione (le più brutte) e delle più belle che tappezzano la casa romana della tua più fidata alleata, zia Rosita.
Sei uno dei miei primi ricordi di bambina perché neppure allora la televisione ci risparmiava immagini difficili da sopportare. La tua morte ha tolto al giornalismo una voce importante, un pensiero divergente e una caparbietà che facevano paura a tanti. Di te si è detto l’indicibile, la macchina del fango è partita immediatamente affinché la tua eliminazione fosse in qualche modo “giustificata”. Per fortuna a volte il tempo rimette le cose a posto, un tempo che però non avrebbe svolto il suo compito senza la perseveranza di una sorella che non si è piegata di fronte a nessuno, che a testa alta ha navigato un mare pieno di intemperie con la forza e la determinazione dell’amore, nella convinzione che la verità, la stessa che hai sempre cercato e che ti ha portato alla morte, doveva venire a galla prima o poi, costi quel che costi. Ecco, nel giorno del tuo compleanno, voglio celebrare anche lei, zia Rosita, un concentrato di forza, determinazione, amore e dolcezza. Te la sei proprio meritata una sorella così e io sono orgogliosa di averla come zia. Buon compleanno, zio Mino».
Giornalista, avvocato e scrittore, Mino Pecorelli viene assassinato il 20 marzo del 1979 in auto mentre lascia la redazione del suo giornale “OP”, nel quartiere Prati di Roma. Dalle colonne del suo giornale, aveva denunciato episodi di corruzione e malcostume, spesso con anticipazioni documentatissime. Ma dalle colonne di “OP”, Pecorelli aveva attaccato anche i poteri forti, in particolare l’allora presidente del Consiglio Giulio Andreotti, rilanciando le accuse contenute nel famigerato memoriale di Moro, rinvenuto nel covo delle Brigate Rosse di via Monte Nevoso. Il processo per l’uccisione di Pecorelli avrà un iter lunghissimo: Andreotti sarà assolto nel 2003 dall’accusa di essere il mandante dell’omicidio.

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