Tende la mano Enel Green Power, rilanciando nuovamente la più ampia disponibilità a rimodulare il progetto per la realizzazione di una centrale di pompaggio contro la quale si è alzato un possente muro di no.
Ieri mattina il secondo incontro tra l’amministrazione comunale guidata dalla sindaca Margiotta e la società che ha presentato il progetto per la realizzazione dell’ormai nota centrale Pizzone II il cui iter è attualmente sospeso, per precisa volontà di Enel che aveva presentato il 7 agosto scorso l’istanza di valutazione di impatto ambientale e di incidenza (visto che l’impianto ricade in zone protette) al ministero per l’Ambiente e la Sicurezza energetica. Un progetto di cui, fino al 20 agosto più o meno, nessuno sembrava sapere nonostante l’istanza di Via fosse stata comunicata proprio il 7 agosto con posta elettronica certificata alla Regione, alla Provincia di Isernia, all’Arpa, ai comuni interessati (e anche al Parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise e alle istituzioni abruzzesi). Dopo la corsa alla presentazione delle osservazioni (il cui termine ultimo scadeva il 7 settembre), la presa di posizione forte di istituzioni e cittadini ha convinto Enel che fosse il caso di riaprire il confronto con il territorio, Da qui, quindi, la richiesta di sospensione degli iter che assicura 120 giorni di ulteriori confronti e verifiche. Un primo appuntamento c’è stato in Consiglio regionale con l’audizione dei dirigenti Enel.
Ieri, quando si è appreso dell’incontro in corso, alcuni cittadini di Castel San Vincenzo hanno però deciso di presidiare il Comune ed esprimere il proprio dissenso.
Dentro, nell’aula consiliare, la sindaca Marisa Margiotta, i deputati molisani Elisabetta Lancellotta e Costanzo della Porta e il dottor Giuseppe Cicerani, con lo staff tecnico dell’Enel.
Nessun passo indietro della sindaca di Castel San Vincenzo (di certo il comune che sarebbe maggiormente penalizzato dal progetto) che, intervistata da Primo Piano a margine della presentazione delle osservazioni, aveva già avvertito della posizione dell’amministrazione. E anche ieri ha ribadito gli effetti negativi che un impianto di quelle dimensioni (e con tutto quello che comporterebbe la sua realizzazione in termini di lavori, deforestazione, costruzione di infrastrutture, etc) potrebbe avere sul territorio, sul patrimonio ambientale e naturalistico, sulla collettività e sull’economia locale visto l’impegno nella valorizzazione del lago che, sì, è un invaso artificiale ma è ormai il cuore pulsante di una comunità, attrattore di flussi turistici importanti. E questo ha ripercussioni ovviamente sull’economia del paese e della zona.
Una delle preoccupazioni espresse dalla sindaca Margiotta è ovviamente collegata alla prevista oscillazione giornaliera della superficie del lago: in pratica, quando (e se) l’impianto elettrico funzionerà, quello specchio d’acqua azzurro cielo dove si specchiano le Mainarde potrebbe non essere più utilizzato ai fini turistici e sportivi proprio per il continuo utilizzo che porterebbe ad un innalzamento e abbassamento continuo delle acque. L’onorevole Elisabetta Lancellotta e il senatore Costanzo Della Porta, presenti all’appuntamento come detto, hanno rimarcato (e lo avevano già fatto ad inizio settembre) le modalità con le quali Enel ha dato lo start all’iter autorizzativo: la presentazione dell’istanza di Via per un progetto simile senza il necessario e fondamentale coinvolgimento degli enti locali. Ad associazioni ambientaliste e comuni (in primis quello di Castel San Vincenzo) hanno rivolto l’invito a evidenziare ufficialmente gli eventuali correttivi al progetto da sottoporre alla società.
L’intervento del consulente in materia idrogeologica della sindaca Margiotta ha poi consentito di approfondire gli aspetti tecnici. L’ingegnere Claudio Falcione, nel suo excursus su quanto emerso dalla relazione generale di progetto, ha ribadito le numerose limitazioni alla sua realizzazione derivanti dalle norme che regolano l’area Parco, ai Sic (i siti di importanza comunitaria). Ma sul piatto Falcione ha messo anche i rischi connessi all’oscillazione del livello idrico del lago in fase di esercizio previsto in massimo 5 metri, i potenziali disturbi alla circolazione idrogeologica a causa delle lunghe gallerie e caverne da realizzare nell’acquifero delle Mainarde ed infine il problema dell’indispensabile adeguamento sismico delle opere di ritenuta dei laghi di Montagna Spaccata e di Castel San Vincenzo.
Enel Green Power, attraverso Giuseppe Cicerani, ha manifestato la disponibilità ad accogliere le osservazioni provenienti dal territorio perché l’opera possa essere completamente condivisa dal punto di vista ambientale e tecnico. Ed ha anche aggiunto che Enel potrà occuparsi delle opere migliorative a sostegno dello sviluppo turistico del lago, soprattutto attraverso accorgimenti tecnico-gestionali necessari per la minimizzazione dell’oscillazione giornaliera del livello idrico dell’invaso artificiale di Castel San Vincenzo. Basteranno queste rassicurazioni a fermare il popolo del no?

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