Il Veneziale ostaggio della carenza di personale: non è una novità, non è uno scoop ma nonostante la situazione sia arcinota a chi di competenza, sembra che la soluzione per l’emergenza sia ancora tutta da ‘studiare’. Eppure di tempo tra le prime sirene d’allarme e la situazione odierna ne è passato. Inutilmente, sembra.
E così, come anticipato ieri su Primo Piano Molise, i medici del nosocomio hanno messo nero su bianco le criticità, ovviamente conosciute a chi dovrebbe risolverle ma affatto considerate. La decisione di raccontare, con le voci di dentro, quello che accade oggi e, soprattutto, lo scenario peggiore che potrebbe prospettarsi a brevissimo segue l’assemblea del personale che si è tenuta mercoledì.
Dopo la ripresa dello stato di agitazione indetto dalla Fp Cgil – sospeso a seguito degli impegni assunti dal direttore generale dell’Asrem nel corso dell’incontro avvenuto alla presenza del prefetto Faramondi ma mai diventati concreti – hanno partecipato oltre al direttore del Pronto Soccorso anche i direttori delle unità operative di Cardiologia, Medicina Interna, Ortopedia, Pediatria, Psichiatria ed il responsabile dell’Oculistica.
Al Pronto Soccorso – come ormai noto – si rileva «una gravissima carenza di organico – si legge nella nota inviata alle redazioni -, sta funzionando ormai da tempo, esclusivamente grazie al ricorso al monte ore delle attività aggiuntive svolte in gran parte da medici del Pronto soccorso, di altri reparti e di altri servizi (Chirurgia, Medina interna, 118, Medici venezuelani della Cooperazione.
Situazione già precaria che diventerà, e a brevissimo, insostenibile per il pensionamento di uno dei medici della chirurgia che svolge un numero notevole di turni di Pronto soccorso in orario aggiuntivo, per le dimissioni di uno dei medici venezuelani, per le gravi carenze del 118, con già ridotta disponibilità oraria e per la coincidenza con le ferie estive. Inoltre, ben due dirigenti medici del Pronto Soccorso, hanno formalizzato di non voler più fare turni aggiuntivi per motivi familiari. La gravità della situazione espone il Pronto Soccorso al rischio di non poter garantire i livelli essenziali di assistenza ai pazienti che vi accedono e la mancata usufruizione delle ferie al personale medico. Tale situazione non è limitata al Pronto soccorso in quanto note e gravissime sono le carenze di organico che affliggono tutte le unità operative del presidio ospedaliero; in particolare quelle con posti letto ed attività di guardia (cardiologia e medicina interna) o reperibilità (chirurgia ortopedia, oncologia, pediatria, psichiatria), nonché la radiologia, l’oculistica ed il laboratorio analisi. Pertanto, in assenza di iniziative della direzione aziendale, atte a risolvere le gravi carenze di organico, è doveroso avvertire la popolazione e tutte le competenti autorità, sindaco, Prefetto, presidente di Regione, del rischio di possibile collasso della struttura ospedaliera di Isernia».
Difficile, adesso, far finta di non sapere.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.