Sono stati presentati ieri mattina i risultati ottenuti dal Tribunale di Isernia emersi dal rapporto annuale dell’associazione T6 dal titolo “Il funzionamento delle procedure esecutive: analisi e performance dei tribunali italiani”, valsi il secondo gradino del podio, poco al di sotto del Tribunale di Lanusei, e più in alto di quello di Aosta, in virtù del limitato peso dell’arretrato dei fascicoli delle procedure esecutive immobiliari oltre i cinque anni – come spiegato già nell’edizione di ieri di Primo Piano – per un totale di 132 fascicoli ancora pendenti nel 2022. A fare la differenza, secondo le dichiarazioni del presidente Enzo Di Giacomo, le competenze e il lavoro di squadra, che premiano anche quando si è costretti a fare i conti con la carenza di organico.
Presente alla conferenza di ieri mattina, anche il presidente dell’Ordine degli avvocati, Florindo Di Lucente.
«La ricetta di questo successo è il lavoro di squadra – ha sottolineato Di Giacomo –, perché dimostra che, quando si lavora bene, si riescono a raggiungere risultati anche molto importanti. Già nel 2017 c’eravamo collocati al primo posto in Italia per lo smaltimento dell’arretrato civile ed eravamo quasi a pieno organico. Il secondo posto ottenuto ora in campo nazionale è tanto più importante perché è stato ottenuto in un anno, il 2022, in cui abbiamo avuto gravi scoperture di organico.
Questi risultati – prosegue – dimostrano che i piccoli tribunali, gli uffici giudiziari di ‘vicinanza’ se messi in condizioni di funzionare possono raggiungere traguardi ancor più ambiziosi rispetto a quelli raggiunti dai grandi uffici. D’altra parte vorrei ricordare che questa graduatoria vede anche al primo e al terzo posto due piccoli uffici, così come un piccolo ufficio è il Tribunale di Isernia. Da qui l’importanza della giustizia di vicinanza, delle piccole realtà dove le cose possono andare ancor meglio che nelle grandi» – ha concluso.
Il presidente dell’Ordine degli avvocati, Florindo Di Lucente, ha evidenziato per l’occasione l’importanza di dotare i piccoli tribunali di risorse adeguate dal punto di vista tecnico e umano. Al contrario, il rischio è di non riuscire a dare ai cittadini la risposta di giustizia che legittimamente chiedono. «C’è sempre stato un rapporto di estrema collaborazione tra l’Avvocatura e la Magistratura – ha detto Di Lucente – proprio per conseguire determinati risultati in termini di buon funzionamento della macchina della giustizia».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.