«L’episodio è una costruzione di intolleranza e strumentalizzazione». Così il direttore sanitario dell’Asrem Antonio Lucchetti ha definito quanto accaduto domenica mattina all’obitorio di Isernia, dove è esplosa la rabbia dei familiari di Marcello Pizzi perché la salma del defunto non ha trovato posto nelle camere mortuarie della struttura ed è stata ricomposta nella sala di vestizione. E per questo è stato richiesto l’intervento dei Carabinieri.
Sostanzialmente, l’azienda sanitaria ha spiegato che i locali disponibili all’interno della morgue sono tre e che, purtroppo, le persone decedute in quel frangente erano quattro. «Pe questo – spiega ancora Lucchetti – l’ultima salma è stata temporaneamente posta nella sala di vestizione in attesa di essere trasferita poco dopo in quella consona prevista in obitorio».
In realtà l’ira e le proteste dei familiari sono scoppiate anche perché non è stato concesso loro di portare la salma del defunto in un’altra struttura. Anche rispetto a tale richiesta il direttore sanitario è stato chiaro. «Si tratta – ha evidenziato – di un regolamento di polizia mortuaria che vige in tutto il Paese. Le salme all’atto del decesso che avviene all’interno di un nosocomio devono essere tenute in ospedale per almeno ventiquattro ore e devono uscire in una cassa chiusa. Chi ha agito diversamente va denunciato».
Un caso, quello che si è registrato al ‘Veneziale’, che ha animato e parecchio il dibattito in città, dividendo l’opinione pubblica. Nei bar come sui social network ha riacceso i riflettori sulle inadeguatezza della morgue del presidio sanitario pentro. L’immagine della bara sistemata all’interno della sala di preparazione delle salme, tra scatoloni, sacchi e lettighe ha indignato profondamente gli isernini, soprattutto perché è stata considerata una mancanza di rispetto per il defunto e per i suoi cari, che hanno tutto il diritto di salutare per l’ultima volta il loro congiunto in un luogo idoneo e dignitoso. Certo è che attualmente i locali della morgue non riescono a contenere il flusso di defunti. E per questo da più parti, si chiede che gli spazi vengano sistemati. I malumori della comunità pentra, rispetto a tali criticità non accennano a placarsi. Tanti i post che in queste ore continuano a invadere i social network, perché al di là del singolo episodio, è una tematica che riguarda un po’ tutti.
«Questo corpo – si legge in un messaggio su Facebook – chiede rispetto e soprattutto dignità. Lo chiedono i parenti e gli amici che vogliono vivere gli ultimi momenti con il loro amato. Non si può continuare ad assistere a scene così miserabili e tristi. Siamo ancora un paese civile? Isernia non mi sembra più tale. Ci sono delle responsabilità? Credo si sia superata la soglia massima di sopportazione. Chiediamo solo rispetto e dignità, nostri diritti!».

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