Il Comitato “Riccia Borgo Pulito” torna a farsi sentire. Stavolta prende spunto dalla presentazione del libro-inchiesta “Molise criminale” per fornire una narrazione ‘diversa’ da quella dell’amministrazione Testa che, insieme alla pro loco di Riccia, ha promosso l’evento con il giornalista Giovanni Mancinone. E non solo per quanto riguarda la partecipazione. «In una sala poco gremita, oltre alle forze dell’ordine, ai rappresentanti istituzionali e una scolaresca liceale, erano presenti non più di 10/15 cittadini riccesi – riferisce il comitato presente all’incontro -, a dimostrazione di quanto su una materia cosi complessa e attuale le istituzioni sono in grave ritardo quanto a sensibilizzazione della società civile, abbiamo ascoltato, da parte dei relatori, la preoccupazione e l’allarme per i crescenti fenomeni di infiltrazioni criminali nel tessuto sociale ed economico della regione Molise».
“Molise criminale” in pratica offre al Comitato un formidabile assist per denunciare di nuovo quale scempio ambientale si potrebbe consumare con la realizzazione della centrale a biometano in Piano della Melia ad opera di una piccola società con sede a Dragoni, in provincia di Caserta. Un impianto da 12 milioni di euro che per funzionare avrà bisogno di grandi quantità di sottoprodotti agricoli e zootecnici. Un mega investimento che pone una serie di interrogativi.
«La dottoressa Venditti, magistrato della procura di Campobasso, ha parlato di come un’inchiesta sulle attività criminali, partita dal piccolo Molise, abbia poi coinvolto diverse regioni italiane per arrivare addirittura in Colombia. L’autore del libro – il resoconto del Comitato – ci ha raccontato come la modalità più diffusa, utilizzata per queste infiltrazioni, sia quella di società con poche migliaia di euro di capitale sociale che propongono progetti del valore milionario, di come tanti sindaci, portando ad esempio quelli di San Felice del Molise e di Bojano, si siano allarmati proprio in seguito a queste constatazioni e siano riusciti a bloccare quelle iniziative».
Ma se gli interventi dei relatori avvalorano le perplessità del Comitato, ancora una volta quelli degli amministratori locali lasciano l’amaro in bocca. Dal «rumoroso silenzio della consigliera regionale Micaela Fanelli» sulla centrale a biometano di Riccia, al «solito ritornello” del sindaco che si è limitato a dire «speriamo di riuscire a bloccare la centrale», per finire al moderatore della tavola rotonda che con il suo controcanto conclusivo ha affermato che «non tutte le società campane e non tutte le società pugliesi, che fanno investimenti nella nostra regione, sono gestite da delinquenti e devono essere le amministrazioni locali a vigilare sulle loro attività» contraddicendo di fatto gli autorevoli relatori e difendendo sostanzialmente l’operato dell’amministrazione comunale.
«Ebbene noi ribadiamo che a Riccia – rimarca il Comitato – una società con mille euro di capitale sta proponendo un progetto industriale del valore di 12 milioni di euro, che quel progetto è stato approvato, dal Comune di Riccia, violando le norme urbanistiche e ambientali, che il sindaco, per bloccarlo, non ha bisogno di sperare nella divina provvidenza né nell’intervento della Regione Molise, che non ha alcuna competenza, ma deve solo applicare la legge, che 500 aderenti al comitato civico “Riccia Borgo Pulito” su quel progetto hanno presentato osservazioni precise e circostanziate e ad oggi non sono stati ritenuti degni di una risposta».

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