Non strettamente o solamente legato al progetto di Gigafactory di Termoli, come avvenuto nella scorsa settimana, ma il briefing a cui ha preso parte direttamente il Ceo di Stellantis, ieri mattina, a Torino, ha riguardato l’intera galassia produttiva del gruppo automotive in Italia. «L’incontro con l’ad di Stellantis Carlos Tavares è stato un primo passo di ascolto delle organizzazioni sindacali ma per la Fiom è necessario che si avvii da ora un confronto sulla ricerca, sviluppo e produzione per le lavoratrici e i lavoratori degli impianti italiani per raggiungere gli obiettivi di transizione ecologica posti dal piano di elettrificazione che al 2030 in Europa prevede per Stellantis il 100% di auto elettrificate. La Fiom ha chiesto di aggiungere ai pilastri del piano della multinazionale riassunti in 3 punti: tecnologia per raggiungere la neutralità, mercato e soddisfazione dei clienti, solidità finanziaria (ricavi netti triplicati e più del 10% di margini); la sostenibilità sociale. Sostenibilità sociale che si concretizza con la salvaguardia e il rilancio degli stabilimenti con la piena occupazione, superando la situazione attuale di cassa integrazione e intervenendo per migliorare le condizioni di lavoro». E’ quanto espresso da Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil e Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive, che proseguono: «Non occorre chiudere ma trasformare, ci ha risposto l’amministratore delegato. La Fiom propone per trasformare un cambio di passo nel confronto in Italia: un tavolo con azienda e Governo dove affrontare i problemi che si stanno determinando: dall’implementazione del sistema di ricarica al sostegno all’innovazione come per la nascita della gigafactory su cui c’è l’impegno dell’azienda ad un approfondimento. Legare la sostenibilità ambientale alla sostenibilità sociale attraverso investimenti, lancio di nuovi modelli e sviluppare la ricerca delle nuove tecnologie. Quello di oggi è stato un primo incontro-quadro: occorre avviare confronti in Italia di approfondimento sulle missioni produttive e sulle attività di tutti gli stabilimenti, degli enti di staff e dei centri di ricerca e sviluppo. Il Governo brilla per la propria assenza in un settore strategico per l’economia del Paese nonostante la richiesta unitaria di confronto da parte dei sindacati e del sistema delle imprese della Federmeccanica. La Fiom ritiene Stellantis centrale per tutto il sistema dell’industria dell’automotive: è necessario porsi la sfida di produrre in Italia di 1,5 mln di veicoli ecologici nei prossimi 5 anni. E’ necessario un piano straordinario del governo sul settore che investa risorse sull’industria per salvaguardare occupazione, industria e ambiente». «L’incontro con l’amministratore delegato, Carlos Tavares, ha attestato la volontà di Stellantis di confrontarsi con il sindacato dei lavoratori anche sugli aspetti più difficili della trasformazione dell’industria dell’auto che inevitabilmente dovremo fronteggiare. Ricambieremo questa disponibilità assumendo sempre un atteggiamento costruttivo nella nostra attività di difesa dei lavoratori». Lo dichiarano Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, e Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto. «L’amministratore delegato – spiegano Palombella e Ficco – ha sottolineato i quattro obiettivi del piano industriale di Stellantis, che almeno per le sfide di fondo traguarda il 2030: progressiva riduzione delle emissioni di carbonio, fino in prospettiva alla totale neutralità; vendita in Europa del 100% di veicoli elettrici e in Nord America del 50% dei veicoli elettrici entro il 2030; miglioramento della qualità per diventare il numero uno nella soddisfazione dei clienti; grande attenzione alla competitività e alla redditività per garantire la sostenibilità del gruppo. Inoltre è stata rimarcata la necessità di ridurre fortemente i costi di produzione nei prossimi anni, per garantire la possibilità di acquisto da parte della classe media delle vetture elettriche. È emersa anche la volontà di avviare un processo di insourcing delle produzioni». «Come Uilm – proseguono Palombella e Ficco – abbiamo innanzitutto rivendicato la necessità di completare il piano industriale. Abbiamo anche offerto la disponibilità a cercare di fare la nostra parte per il recupero di competitività delle fabbriche italiane, ma preservando le condizioni di lavoro ad iniziare da quelle rilevanti per la salute e sicurezza. Infine abbiamo rammentato che a fine anno ci attende un appuntamento di grande importanza sindacale, il rinnovo del Contratto specifico di lavoro». «È chiaro – concludono Palombella e Ficco – che Carlos Tavares conosce profondamente il settore automotive e ha le idee chiare su come affrontare le sfide del futuro, pur mantenendo molta flessibilità nelle scelte industriali da assumere. Speriamo che come Italia sapremo fare sistema, poiché in un certo senso viviamo una sfida nella sfida. Innanzitutto dobbiamo superare le criticità delle forniture che corrono il rischio di colpire gravemente la nostra industria anche più di quella degli altri paesi europei, per cui rinnoviamo il nostro invito al Governo di istituire una Agenzia degli approvvigionamenti: in questa fase di emergenza pensiamo che sindacato, imprese e Governo dovrebbero provare a fare fronte comune e lavorare in forte sinergia». I vertici della Fim-Cisl, Roberto Benaglia e Ferdinando Uliano, dal canto loro, rappresentano che Tavares ha confermato gli impegni rispetto al piano strategico del gruppo “Dare Forward 2030” per l’Italia, «Ribadendo come il piano punti a centrare la neutralità carbonica delle produzioni del Gruppo con un programma che vedrà la riduzione un 50% della riduzione di CO2 entro il 2030, per arrivare al 100% entro il 2038 – con il 100% di vetture carbon free vendute in Europa e 50% nel Nord America. Per farlo ha detto Tavares stiamo lavorando su nuove piattaforme elettriche, batterie e sistemi elettrici per essere competitivi, sottolineando come il Gruppo debba migliorare su: qualità, servizi ed esperienza di mobilità con l’obiettivo di raddoppiare i ricavi da 150 miliardi a 300 miliardi nel 2030. Oggi una delle sfide, per la nuova mobilità elettrica secondo l’ad è rendere sostenibile l’acquisto di vetture elettriche, anche da parte delle le classi medie abbattendo il costo delle auto elettriche portandole al livello di quelle con motore endotermico. Per farlo però, bisogna lavorare molto per aumentare i margini di redditività. Bisogna portare dentro il perimetro del Gruppo attività che oggi sono esterne, la fusione in questo senso ci ha dato opportunità e sinergie che altri produttori non hanno. Per il settore la maggior parte dei rischi sono più di natura esterna che interna: pandemia, guerra, carenza di materie prime e semiconduttori sono tutti fattori che dobbiamo affrontare in maniera più agile per essere competitivi. Per quanto riguarda invece il dettaglio sui siti italiani, nel 2021 il Gruppo ha deciso di investire e trasformare il sito di motori di Termoli in una Gigafactory di batterie, ricevendo in questo senso anche l’appoggio del Governo. Termoli rappresenta un esempio, ha detto, dell’approccio che vogliamo mettere in campo, e cioè non chiudere, ma trasformare e rilanciare i siti produttivi nella giusta direzione. Dobbiamo usare tutte le competenze e la passione che abbiamo per affrontare il cambiamento. Mentre per quanto riguarda Melfi ha detto, che c’è stata la decisione di portare quattro modelli diversi del Gruppo. Ora bisogna lavorare passo, passo per ogni sito e trovare la soluzione migliore per affrontare il cambiamento in atto. Non abbiamo ancora tutte le soluzioni, le cercheremo e discuteremo col sindacato come fare meglio. Ha poi detto che la qualità dei brand italiani oggi è migliore di quella dei marchi tedeschi, Maserati Grecale e l’Afa Romeo Tonale sono auto altamente concorrenziali sul piano qualitativo è su questa direzione che bisogna muoversi Oggi Stellantis ha circa 8 milioni di capacità produttiva del Gruppo e ne ha venduti 6 milioni, dimostrando una capacità di resilienza. Tavares ha poi ribadito, come in questa fase di transizione è necessario che i governi continuino a sostenere il settore attraverso incentivi con continuità e non con stop and go, precisando però che serve maggiore impegno e investimenti sulle infrastrutture per la nuova mobilità elettrica, Italia ed Europa devono accelerale. Questo confronto ha permesso di comprendere meglio la traduzione del piano “Dare Forward 2030” per l’Italia che caratterizzerà le strategie di sviluppo trasformazione per il prossimo il prossimo decennio. Siamo soddisfatti del fatto che questo piano permetterà di dare una missione a tutti i siti senza chiusure ma trasformandoli dove necessario con nuove missioni produttive. Per noi questo è un aspetto fondamentale e abbiamo chiesto che il confronto odierno possa tradursi meglio negli impegni sulle missioni di ogni singolo sito del Gruppo in Italia come già è avvenuto per Melfi e Termoli e in parte anche per Mirafiori. Abbiamo chiesto anche un confronto più dettagliato sul sito di Termoli in Molise alla luce dell’accordo con il Governo soprattutto sull’entità e il valore occupazionale e tutta la trasformazione delle competenze dei lavoratori necessaria. Anche questo per noi rappresenta un importante risultato che deve permettere di qualificare l’occupazione nel Gruppo. L’azienda ci ha detto che lavorerà per internalizzare delle attività produttive, anche su questo abbiamo chiesto di avere un confronto di merito per ogni sito. Abbiamo chiesto e ottenuto che il confronto odierno non sia episodico e che diventi un confronto strategico che nel corso dei prossimi anni, permetta di dare forza alle relazioni sindacali, protagonismo e soprattutto permetta di governare le trasformazioni in un mercato ancora molto incerto. Abbiamo condiviso con l’ad, anche il fatto che il governo deve assolutamente essere preciso e lungimirante nel mettere in campo politiche, sia di incentivi alla domanda di veicoli elettrici e la loro competitività ma anche, per sostenere la trasformazione industriale con politiche pubbliche molto più robuste. Questo incontro ci ha permesso di concretizzare in un clima positivo le strategie di Stellantis soprattutto rispetto alle soluzioni mese in campo per dare risposte concrete rispetto alla forza occupazionale e per cogliere le migliori opportunità in questa difficile fase di transizione. Ora ci attiveremo per misurare la concretezza e la qualità degli impegni presi che per quanto ci riguarda, dovrà avere al centro l’occupazione e la trasformazione di tutti i siti in Italia». «Accogliamo come positivi i progetti per i siti italiani, le rassicurazioni di Tavares, e l’esistenza di Dare Forward 2030 in generale, che non è solo un piano industriale, ma una visione chiara di ciò che si desidera diventi il Gruppo e il settore Automotive. Un piano, come più volte sottolineato da Tavares, audace e ambizioso, che per rivelarsi positivo a livello concreto e non solo a parole, ha necessariamente bisogno di coinvolgere direttamente i lavoratori, i sindacati e il Governo, anche per quanto riguarda il Polo torinese», dichiara Sara Rinaudo, segretario nazionale Fismic-Confsal. «La Fismic Confsal ha richiesto la calendarizzazione di Tavoli di confronto, per garantire il successo del piano e non tramutarlo in un bagno di sangue a livello occupazionale. I lavoratori hanno bisogno di certezze e di essere coinvolti; occorre confrontarsi nello specifico sui vari step e monitorare in corso d’opera che l’impegno preso dall’Azienda venga rispettato. Serve aprire subito un confronto sui percorsi formativi di reskilling», continua Rinaudo.

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