Trattandosi di automotive, quanto emerso ieri dalla galassia Stellantis appare un vero e proprio testacoda. Se a livello globale i dati del primo trimestre 2022 confermano il trend positivo (ma non così bene vanno le vendite in Italia), allo stabilimento di Termoli si torna a parlare di esodo incentivato, di cassa integrazione, di crisi produttiva, insomma. Uno scenario che ha anche spaccato il sindacato, con le sigle partecipative da una parte e la Fiom-Cgil dall’altra. Insomma, aspettando la Gigafactory si naviga a vista a Rivolta del Re. Ma cominciamo dai numeri: «Nel primo trimestre i ricavi netti sono cresciuti del 12% grazie ai prezzi netti, a un miglior mix di modelli e a cambi di conversione più favorevoli, mentre le consegne sono calate del 12%. La guidance per l’intero anno, con margini di risultato operativo rettificato a doppia cifra e flussi di cassa positivi, è confermata, nonostante le condizioni sfavorevoli in termini di approvvigionamenti e di inflazione, grazie al successo dei modelli e alle partnership strategiche», parole del Cfo Richard Palmer. «I risultati presentati ieri, favoriti dal successo della strategia tecnologica e di prodotto, dimostrano la capacità di Stellantis di affrontare e superare gli eventi avversi che caratterizzano questo momento storico, portando avanti contemporaneamente “Dare Forward 2030”, l’audace piano strategico per il prossimo decennio», evidenzia Stellantis, che cita anche la Gigafactory. «L’Azienda ha registrato importanti progressi verso il raggiungimento della capacità produttiva di 400 GWh perle batterie entro il 2030 grazie alla sottoscrizione, nel primo trimestre del 2022, di partnership strategiche con LG Energy Solution e Automotive Cells Company (ACC), che consentiranno rispettivamente di realizzare il primo impianto di produzione di batterie agli ioni di litio su vasta scala in Canada (Windsor) e una nuova “Gigafactory” a Termoli. In un altro settore fondamentale del piano strategico “Dare Forward 2030”, che segna il percorso verso un futuro sostenibile, Stellantis ha stretto una partnership strategica con Amazon e Foxconn nell’ambito della strategia sul software». Tuttavia, nel giro di sole 3 ore dalla diffusione dei dati aziendali, a Termoli i metalmeccanici sono stati chiamati all’ennesimo sacrificio. Segreterie territoriali e comitato esecutivo hanno discusso della grave crisi che sta attanagliando tutto il settore auto e nello specifico le aree Fire e Cambi dello stabilimento di Termoli. Analizzate tutte le problematiche legate alla crisi di approvvigionamento dei semiconduttori che stanno condizionando pesantemente tutto il comparto auto. «Per affrontare tutto questo, si è condiviso di utilizzare come strumento di tutela a sostegno del reddito, il Contratto di Solidarietà (CDS) nel periodo che va dal 16 maggio al 31 dicembre 2022. Nell’accordo abbiamo richiesto ed ottenuto la maturazione dei ratei mensili a prescindere dai giorni lavorati nel mese, per tutti i lavoratori addetti e collegati alle aree Fire, Cambi e comunque rientranti nel bacino del CDS. Ribadiamo che questo è un accordo difensivo che permetterà di fronteggiare gli effetti della complessiva situazione di mercato, nonché le imprevedibili mancanze di forniture. Inoltre si è definita la possibilità, di uscite volontarie incentivate e prepensionamenti nel limite dei 4 anni per 80 persone entro il 31 dicembre 2022, con le stesse modalità dello scorso anno. Con questo accordo, a fronte della confermata realizzazione della Gigafactory di cui attendiamo uno specifico incontro, si sono create le giuste condizioni per affrontare questa fase congiunturale complessa. Infine è stato deciso il piano ferie estive che sarà dal primo agosto al 14 agosto per tutto lo stabilimento. Infine, la prossima settimana si lavora in tutte le unità motori dello stabilimento (T4, FIRE GSE), ad esclusione del cambio che lavorerà con le seguenti modalità: Cambio C520: lavora solo il montaggio, lunedì, martedì e mercoledì; Cambio M40: lavora a pieno lunedì, martedì e mercoledì». A renderlo noto Fim, Uilm, Fismic, Uglm, e Aqcf. Pur non facendo parte del comitato esecutivo sindacale, la Fiom-Cgil, attraverso il suo segretario regionale, Giuseppe Tarantino, ha manifestato contrarietà per la sottoscrizione del contratto di solidarietà allo stabilimento Stellantis di contrada Rivolta del Re, «Ricorso al contratto di solidarietà per l’unità motori, 8 valvole e 16 valvole, e l’unità cambi per un totale massimo di circa 1.056 lavoratori interessati al possibile utilizzo e per il periodo dal 16 maggio 2022 al 31 dicembre 2022. Durante l’incontro, l’azienda ha proposto un ulteriore accordo per l’uscita volontaria di 80 lavoratori. La Fiom non ha condiviso la decisione aziendale di procedere con un ulteriore taglio occupazionale sullo stabilimento di Termoli, in una regione da anni con un alto tasso di disoccupazione, considerando l’investimento della Gigafactory per la produzione di batterie per le auto elettriche. Pertanto, la Fiom ha ritenuto opportuno sottoscrivere solo l’accordo dei contratti di solidarietà, facendo inserire nell’accordo la maturazione dei ratei per tutte le lavoratrici e lavoratori, mettendo in sicurezza i livelli occupazionali interessati considerando la crisi economica che stiamo attraversando per la pandemia e per tutte le conseguenze che sta portando la guerra scoppiata in Ucraina che sta provocando la perdita di tante vite umane e l’innesco della crisi economica a livello globale. Infine, la Fiom ha sollecitato all’azienda le richieste di incontro unitarie avanzate in precedenza, per entrare nel merito del piano industriale della Gigafactory per conoscere i seguenti punti: – la data dell’avvio dei lavori, la durata e l’avvio della produzione; – i livelli occupazionali che assorbirà; – i volumi produttivi; – la tipologia dei contratti che interesserà individualmente e collettivamente i lavoratori; – il futuro delle attività produttive degli ultimi investimenti dell’unità motori. Considerati i punti da chiarire ed il contesto in cui ci troviamo è necessario che si apra nell’immediato un confronto con l’azienda per conoscere nel dettaglio quale sarà il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori dello stabilimento di Termoli».

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