Dopo 4 domeniche poco appetibili per scendere in spiaggia, dalla Pasqua alla festa della mamma, finalmente il secondo fine settimana pieno di maggio, sabato 14 e due giorni fa, ha rappresentato un po’ il vero battesimo del fuoco per la stagione balneare, che ricordiamo partirà obbligatoriamente in tutti gli stabilimenti concessionari dal prossimo weekend, prima volta nel Molise che ciò non avvenga a giugno. Il cambio di scenario climatico è stato favorevolmente sottolineato dal presidente nazionale del Sib-Confcommercio, Antonio Capacchione, confortato anche localmente dal riferimento regionale, Domenico Venditti. «Grazie al bel tempo, fatto il primo weekend di lavoro per molti. Purtroppo segnato ancora dalla preoccupazione per quello che il Governo e il Parlamento stanno decidendo in queste ore a Roma sul Ddl concorrenza. Stiamo seguendo con grande attenzione la trattativa fra maggioranza e Governo. Sarete tempestivamente informati sull’esito. Come è noto in settimana si è svolta la riunione di giunta nazionale del Sib per le prime valutazioni anche sull’importante rimessione alla Corte di Giustizia della questione da parte del Tar di Lecce. Ci auguriamo, nell’interesse di tutti e del Paese, che prevalgano la ragionevolezza e la responsabilità da parte del Governo e delle forze politiche. La manifestazione dei 5000 balneari a piazza Santi Apostoli dello scorso 10 marzo dovrebbe aver insegnato ai nostri Interlocutori che i balneari sono tanto disponibili al confronto quanto determinati a difendere il lavoro e le aziende. Nell’interesse del Paese si spera che non sottovalutino ancora una volta la forza e la determinazione dei balneari italiani». Su questo versante diversi i commenti politici: «Il governo non può permettersi di distruggere, ancora una volta, un pezzo dell’economia nazionale – riferisce il senatore di Fi Massimo Mallegni – il turismo balneare è stato il primo a caratterizzare un’offerta culturale italiana, che poi si è allargata alle città d’arte e che ha coinvolto tutto il paese. Negare un futuro alle imprese balneari significa negare la nostra storia e la nostra cultura: distruggere le imprese, non garantire un indennizzo, non verificare la reale consistenza degli spazi liberi o occupati dalle concessioni demaniali vuol dire voler tappare gli occhi e regalare all’Europa nordista –quella dei portali online – che manda le proprie imprese a pescare in Italia, non pagare le tasse e distruggere l’economia. Su questo Forza Italia non indietreggerà di un millimetro: è giusto rispettare le direttive europee – saremo i primi a farlo– ma nel rispetto della cultura e del patrimonio turistico italiano». Queste le parole del senatore Andrea Marcucci: «Il governo si impegni a trovare un equilibrio tra direttive europee e difesa del nostro turismo balneare. È un passo in avanti che il ministro del turismo Garavaglia dovrebbe favorire. Nessuno mette in discussione le normative, ma va fatto di più per difendere una tradizione turistica del nostro paese, che genera reddito e posti di lavoro, e che è un pezzo rilevante della nostra economia». Infine, il senatore del Movimento 5 Stelle Giorgio Fede: «Gli operatori non sono dei banditi. La proroga al 2033 era stata approvata e in molti avevano investito in tal senso. Noi siamo per la chiarezza e per la certezza. C’è di mezzo la sorte dei balneari: dobbiamo tutelare le imprese, c’è gente che ha acceso dei mutui; al tempo stesso va regolamentato il settore che non può essere una dinastia monarchica a vita. La spiaggia è una risorsa che ha fatto migliorare il nostro turismo. Quella delle concessioni demaniali è una storia che va avanti dal 2006, quando la direttiva Bolkestein è stata approvata in Europa. Nel 2010 poi è stata ratificata dal governo Berlusconi. Noi stiamo semplicemente cercando di risolvere la situazione individuando una soluzione condivisa e che possa tutelare le persone che usufruiscono delle spiagge, gli operatori balneari e i loro dipendenti, e infine lo Stato proprietario delle aree demaniali. Le forze politiche che oggi fanno polemica e ingannano i lavoratori con promesse irrealizzabili insieme alla Meloni, all’epoca erano al governo con Berlusconi». Sulla sentenza del Tar Lecce tornano a esprimersi anche Sib e Fiba-Confesercenti, con una nota congiunta. «Il Sib-Confcommercio e la Fiba-Confesercenti, dopo lunghi anni di battaglie, nell’interesse del sistema turistico nazionale e quindi dei propri associati, esprimono grande soddisfazione sulla recente ordinanza del Tar di Lecce che ha rimesso alla Corte di giustizia dell’Unione europea la valutazione delle molteplici criticità da sempre denunziate sull’applicazione della direttiva Bolkestein». Lo affermano in una nota i presidenti del Sib Antonio Capacchione e di Fiba Maurizio Rustignoli. «A tal proposito – proseguono i due presidenti – pur ritenendo importante l’indennizzo in favore del concessionario uscente e a carico di quello subentrante, ribadiamo che l’applicazione della direttiva 2006/123/CE non deve riguardare il sistema delle concessioni balneari». Infine, Sib e Fiba «sottolineano la necessità di una mappatura di tutte le aree già in concessione o ancora libere da realizzarsi a spese e cura dello Stato, della tutela del legittimo affidamento dei concessionari, della validità degli atti amministrativi già rilasciati e di tutte le altre richieste già formulate nella lettera del 14 marzo scorso ai componenti della X commissione del Senato».

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