Abitazioni di Rio Vivo-Marinelle ancora allagate. Nonostante nelle ultime 36 ore non ci siano stati fenomeni particolari, almeno fino alla serata di ieri, gli effetti delle mareggiate sul litorale Sud di Termoli non si sono fatti attendere e ancora una volta è dovuta intervenire col modulo di protezione civile la Confraternita della Misericordia, per svuotare un’area privata che era sommersa di acqua salmastra. La depressione di quella porzione di territorio, con la superficie al di sotto del livello del mare rende periodici i problemi durante le stagioni caratterizzate da maltempo. Condizione strutturale che dovrebbe meritare un intervento risolutivo, che tarda nei decenni. I volontari hanno adoperato un’idrovora per liberare l’ampio giardino. La Misericordia, come modulo di Protezione Civile, è intervenuta su richiesta del comune. L’idrovora utilizzata è capace di aspirare tremila litri di acqua al minuto. Le forti criticità sono rappresentate anche dalla vicinanza delle abitazioni al mare e dalla mancanza di barriere frangiflutti. Sugli allagamenti degli ultimi giorni è intervenuto ancora una volta il presidente del comitato Termolise Mare, che rappresenta gli stakeholder della zona di Rio Vivo-Marinelle, Antonio Di Rocco. «La mareggiata ha colpito fortemente la parte Sud-Est di Rio Vivo, adiacente la foce del fiume Biferno, dove le onde alte 8-10 metri hanno sovrastato la sola scogliera a terra e inondato terreni seminati, orti e case abitate. Minore impatto si è avuto nel tratto dal canale del consorzio a Punta di Pizzo. Meno ancora verso Nord, dove vi sono le scogliere frangiflutti a mare ed è riparato dal costone della città e dal porto. I cittadini danneggiati stanno preparando gli esposti del caso da inviare agli enti competenti». Insomma, ancora una volta si insegue la mancata programmazione delle opere a difesa del litorale. Già nel passato recente il comitato aveva messo a fuoco la storia del quartiere. «Ancora una volta assistiamo che significative calamità naturali di ogni genere che interessano Termoli hanno sempre l’epicentro nel Quartiere di Rio Vivo-Marinelle. Almeno 5 le inondazioni importanti negli ultimi 80 anni, compo. La prima che si ricorda nel 1940, poi nel 1956, nel 1968, 1983 e nel 2003. Ora si ripropone il tema degli allagamenti. Quando piove in modo persistente su tutto il territorio idrografico del bacino del Biferno e in quello del Cigno, allora dalla confluenza di quest’ultimo sul Biferno e fino al mare avvengono i disastri. Quindi è la messa in sicurezza dell’alveo del fiume dalla confluenza del Cigno fino al mare che vanno adeguati gli argini e l’alveo di portata, magari trasformando l’ultimo tratto di 2 km a Parco Fluviale». Il comitato ha sempre messo in evidenza che il quartiere di Rio Vivo Marinelle è un territorio semi abbandonato, a cui non viene permessa la valorizzazione secondo la sua naturale vocazione naturale: quella turistico-ricettivo.

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