Un Matteo Salvini che punta a cambiare aria alla Regione Molise, perché anche negli ultimi 5 anni non si è fatto quello che si poteva. Una discontinuità di persone e di temi brandita di fronte a una piazza che si è stretta attorno al palco, ma non oceanica. Uno spiegamento notevolissimo di forze dell’ordine quello che ha accolto il vicepremier Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e leader della Lega, una delle formazioni politiche a sostegno della candidatura di Francesco Roberti a presidente della Regione Molise per il centrodestra.
Fino a poco prima del suo arrivo la zona era cordonata fino al bordo di piazza Monumento e Corso Nazionale, con Polizia, Guardia di Finanza, Carabinieri e Vigili urbani tutti intorno. Poi, via libera alla gente che pian piano si è mischiata a candidati ed esponenti di coalizione che erano presenti anche loro nell’attesa del Capitano, guidati nell’occasione dal coordinatore regionale Michele Marone.
Attesa che si è protratta come avviene sempre in occasioni simili, ma non si è ravvisata quella tensione o curiosità delle volte precedenti, come se la politica si allontanasse sempre più dalla gente.
Un po’ tutto vissuto distrattamente, come abbiamo già visto in altri comizi di questa strana campagna elettorale. Dalle 19.30 indicata alla vigilia, lo stesso Marone è salito sul palco alle 19.55 per avvisare che di lì a 10 minuti Salvini sarebbe arrivato.
Primo intervento pubblico, da parte di Marone, con accanto Nicola Rocchia, ha rivelato che lui ha messo mano al programma.
Che ha preso la parola alla presenza di Salvini, arrivato sul palco a sorpresa.
Rocchia ha ribadito che sia la politica a supportare la sanità adeguata.
Poi la scena è stata tutta di Salvini. Un attacco diretto sulla politica dei migranti, «non possiamo accogliere mezza Africa. I soldi che ci sono vanno usati per i molisani e per gli italiani. Soldi che non saranno più spesi per chi non ha voglia di lavorare, il reddito di cittadinanza è costato il doppio di quanto costerà il Ponte sullo Stretto». Parole che hanno raggiunto le persone presenti in piazza, anche con dei fuori programma, ma in linea col Salvini pensiero. Un comizio parlando di temi nazionali come ministro e impegni per Molise, dalle infrastrutture alla sanità e qui torna la critica alla Giunta regionale uscente, «che non ha fatto tutto quello che poteva e si dovrà fare meglio». Poi ha ricordato anche l’impegno costante, da segugio, di Marone al …
«Mi piacerebbe che il 25 e 26 giugno i molisani votassero, posso capire chi volta anche a sinistra o i 5s, anche se non la vedo come lui, ma non capisco chi per punire la politica non vota. È sbagliato. La Regione ti entra in casa e decide la qualità di vita».
Salvini poi chiede di inserire nel programma misure per gli asili nido. Entra anche nelle questioni legate alla sfera personale, no all’utero in affitto e no ai bambini in vendita. «La mamma è la mamma e il papà è il papa. Se a qualcuno dà fastidio trovategli un medico. I bambini non si comprano online, non si scelgono. Il buon Dio ci fa diversi, diverso è bello. Termoli non è Campobasso o Isernia, come Pisa non è Livorno».
Arriva anche l’affondo contro il cibo sintetico.«Io sono un liberale e chiunque può scegliere come fare, basta che non impone il pensiero unico, noi siamo per la libertà di scegliere.
Non posso mantenere coi soldi dei molisani tutti coloro che arrivano a Termoli».
Un passaggio sui candidati in lista: «Abbiamo scelto uomini e donne onesti per cambiare aria alla Regione Molise». L’affondo alla Schlein: «A chi dedichiamo chi l’ha visto? Alla segretaria del Pd». L’impegno coi molisani: «Ci rivederemo a prescindere di chi vincerà. Sono orgoglioso di essere vicepresidente del Consiglio e Ministro di questo paese straordinaria. Il 25 e 26 giugno spero scelgano il futuro e il centrodestra».
Infine, dopo l’appello al voto, anche quello ai selfie, per chi volesse fare una foto con lui e la chiamata sul palco di tutti o candidati presenti, nella consueta passerella finale.

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