Lavoro, intelligenza artificiale e identità umana: a Termoli si è discusso del futuro, ma con i piedi ben piantati nella realtà industriale di oggi.
In un’epoca in cui le rivoluzioni tecnologiche sembrano rincorrersi senza tregua, e dove l’intelligenza artificiale promette (o minaccia) di ridefinire il significato stesso del “fare”, l’incontro “Work in Progress: l’uomo e il lavoro al tempo della quinta rivoluzione industriale” ha scelto di partire da una domanda radicale: che posto ha, oggi, l’essere umano nel sistema produttivo?
Promosso dall’associazione culturale e civica Liberi di Costruire, l’evento ha riunito in un auditorium gremito di Termoli pensatori, politici e rappresentanti dell’industria per un confronto ad ampio spettro sul presente e sul futuro del lavoro.
Tra i relatori, figure di spicco del mondo accademico, istituzionale e imprenditoriale: Giovanni Maddalena, professore ordinario di Filosofia Teoretica all’Università del Molise; Lorenzo Malagola, deputato di Fratelli d’Italia e segretario della Commissione Lavoro alla Camera dei deputati; e Giuseppe Manca, direttore delle Risorse Umane di Stellantis Italia, voce esperta e autorevole dell’industria nazionale.
Ad aprire la serata, l’intervento di Giuseppe Giacca, ingegnere e presidente di Liberi di Costruire, in veste anche di moderatore: «Viviamo un tempo in cui l’informazione corre più veloce della riflessione – ha detto – e il lavoro rischia di perdere la sua anima personale, quella che nasce dai nostri talenti, dalle aspirazioni».
Ha poi sottolineato come la crisi demografica, l’instabilità globale e le transizioni tecnologiche tendano a schiacciare l’individuo: «Dobbiamo ritrovare nel lavoro una strada per costruire, non solo per sopravvivere».
A portare i saluti istituzionali sono stati il sindaco di Termoli Nico Balice, il presidente della Regione Molise Francesco Roberti e la deputata di Fratelli d’Italia Elisabetta Lancellotta.
Balice ha ribadito l’urgenza di creare condizioni per il ritorno dei giovani molisani: «Quando se ne vanno a studiare fuori, fanno bene. Ma dobbiamo fare in modo che possano tornare. Il Molise ha bisogno del loro contributo».
Sulla stessa lunghezza d’onda, Roberti ha parlato della necessità di integrare tecnologia e umanità, affrontando però prima le lacune infrastrutturali e i problemi legati allo spopolamento.
Lancellotta ha ricordato i dati occupazionali incoraggianti: «Abbiamo raggiunto i 10 milioni di donne occupate e il minimo storico della disoccupazione giovanile. Ora serve trattenere i talenti con investimenti mirati».
In platea, presenti numerosi esponenti della vita pubblica cittadina e regionale: Agostino De Fenza, consigliere comunale tra gli organizzatori dell’iniziativa; il presidente del Consiglio comunale Annibale Ciarniello; gli assessori Enrico Miele, Mariella Vaino, Paola Cecchi; e i consiglieri Nicola Felice, Vincenzo Sabella, Alberto Montano e Salvatore Di Brino.
Presenti anche le rappresentanze sindacali di Uilm, Usb e Fiom, a testimonianza dell’interesse trasversale sul tema del lavoro.
Il primo intervento tematico è stato affidato a Giovanni Maddalena, che ha definito il lavoro come «mobilitazione della realtà secondo un ideale».
Secondo il filosofo, l’IA può sì automatizzare alcune mansioni, ma non potrà mai sostituire ciò che è creativo, etico e relazionale: «La macchina non può decidere cosa è giusto, bello o degno. Questo resta appannaggio dell’uomo».
Maddalena ha richiamato anche l’esperienza concreta di Un Paese per Giovani, realtà molisana che offre percorsi formativi e lavorativi, basati proprio sull’idea di lavoro come relazione e costruzione.
Lorenzo Malagola ha offerto una visione politico-culturale della rivoluzione in atto: «Non è solo una trasformazione economica, ma antropologica. I giovani oggi cercano senso, non solo carriera».
Per il deputato, la politica deve riconquistare il proprio spazio: «Se abdica, saranno altri poteri – multinazionali e finanza – a decidere le regole del gioco. Ma un algoritmo non ha coscienza. La persona sì».
Malagola ha ricordato il suo impegno come relatore della legge sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione d’impresa: «Una legge nata dal basso, grazie alla CISL, che prova a ricucire un rapporto logorato tra capitale e lavoro».
Il momento più atteso è stato l’intervento di Giuseppe Manca, direttore delle Risorse Umane di Stellantis Italia, che ha portato sul palco la prospettiva concreta di chi ogni giorno gestisce migliaia di lavoratori: «Non è solo l’IA la sfida. Oggi affrontiamo crisi energetiche, transizione ecologica, instabilità di mercato. Per questo in Stellantis abbiamo dovuto rivedere le strategie e reintrodurre l’ibrido. Il mercato non segue l’ideologia, ma la realtà».
Manca ha demolito il mito del “talento a ogni costo”: «Non basta il genio solitario. Un’azienda vive se fa squadra. Servono i leader, ma anche chi regge le fondamenta. E oggi i giovani devono capire che flessibilità sì, ma anche responsabilità».
Sul tema del lavoro da remoto, ha usato parole chiare: «Lo smart working ha salvato molte aziende durante la pandemia, ma oggi rischia di alienare. Per costruire senso di appartenenza bisogna tornare a lavorare insieme, in presenza. L’azienda è relazione, non solo funzione».
A concludere l’incontro è tornato Giuseppe Giacca, che ha lasciato al pubblico una riflessione sul senso della serata: «Responsabilità. È questa la parola che ci portiamo a casa. Di chi lavora, di chi governa, di chi produce. E anche di chi ascolta, sceglie e partecipa».

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