Un momento di intensa emozione, di fede e di memoria collettiva ha unito ieri mattina la comunità di Termoli in occasione della cerimonia di intitolazione della rotatoria di via Corsica a Papa Francesco. L’iniziativa, nata dal cuore e dall’intuizione di don Benito Giorgetta, è divenuta realtà grazie alla collaborazione tra la parrocchia di San Timoteo, l’amministrazione comunale, la Diocesi di Termoli-Larino e la Regione Molise. L’evento si è svolto alla presenza del vescovo Gianfranco De Luca, del presidente della Regione Molise Francesco Roberti, dell’assessore regionale Michele Marone, del sindaco di Termoli Nico Balice, col presidente del Consiglio comunale e buona parte di Giunta e consiglieri di maggioranza, nonché di numerose autorità civili e militari, delle associazioni di volontariato, dei rappresentanti delle imprese che hanno contribuito gratuitamente alla realizzazione dell’opera e di tanti cittadini accorsi per condividere un segno di riconoscenza verso il Pontefice che, come ha ricordato don Benito, “ha amato Termoli, la conosceva e più volte l’ha citata”. Le due immagini di Papa Francesco, collocate ai lati della rotatoria, sono ispirate all’enciclica “Fratelli tutti”, documento simbolo del pontificato e della visione di una fraternità universale che unisce popoli e coscienze. «È una vocazione che appartiene non solo alla sensibilità cristiana, ma all’intera umanità – ha spiegato don Benito Giorgetta durante la cerimonia – questo luogo diventa così una provocazione quotidiana a vivere rapporti fraterni, a ritrovare la nostra vera identità nella gratuità e nel servizio reciproco». La giornata ha assunto un valore ancor più significativo per la coincidenza con la memoria liturgica di San Giovanni XXIII, il Papa del Concilio Vaticano II, «segno che ci poniamo sulle corde nobili della storia della Chiesa e dell’umanità», ha aggiunto il sacerdote. Nel suo intervento, don Benito ha ringraziato tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione del progetto: il vescovo De Luca e l’amministrazione comunale che hanno subito accolto la proposta, le ditte e i cittadini che hanno offerto il proprio contributo a titolo gratuito. Un ringraziamento è stato rivolto anche ai media vaticani, che hanno autorizzato l’uso dell’immagine ufficiale del Santo Padre. «Il gratuito – ha sottolineato don Benito – è qualcosa di straordinario, di affascinante, e spero anche di emulativo. È ciò che ci aggrega e ci fa riscoprire nella nostra vera identità di comunità». Dopo lo svelamento dell’immagine, il sindaco Nico Balice ha espresso la propria gratitudine e commozione: «Quest’opera vive già di una luce speciale, quasi sovrannaturale. È un benvenuto che Termoli dà a chi arriva da sud, ma è anche un abbraccio che Papa Francesco rivolge a noi. È un onore essere tra le prime città italiane a dedicargli un luogo pubblico. Il suo insegnamento sul servizio ci accompagna ogni giorno. Passando qui, ricorderò che devo aumentare il mio impegno verso la comunità». Il presidente della Regione Francesco Roberti, che con don Benito ebbe modo di incontrare due volte il Pontefice, ha ricordato con emozione quelle udienze: «Papa Francesco trasmetteva una forza straordinaria. Era capace di infondere coraggio e serenità. Lo ricordo come un uomo semplice, pragmatico, che conosceva profondamente la natura umana. Questa rotonda è un piccolo segno per dire che Termoli gli resterà sempre grata. Amava la nostra città e ne parlava spesso: il minimo che potessimo fare era consegnargli un angolo del nostro territorio».
Roberti ha poi sottolineato come il Molise possieda «un patrimonio spirituale e storico unico, da San Timoteo a Castelpetroso, che può diventare un itinerario di turismo religioso capace di far conoscere e amare questa terra anche oltre i confini regionali». Nel suo intervento, il vescovo Palumbo ha dato una lettura teologica e umana del gesto compiuto dalla città: «Questo luogo ha una valenza profonda, perché affaccia sul mare, simbolo di orizzonti infiniti. Papa Francesco ci ha lasciato in eredità un messaggio di fraternità concreta: ricordarci dell’uomo, dell’umanità ferita, di chi ha bisogno di essere guardato negli occhi. Anche chi non appartiene alla Chiesa può riconoscersi in questo messaggio, perché la fraternità è un valore universale». Il vescovo ha ricordato il legame speciale del Pontefice con il Molise, alimentato dai viaggi del 2014 a Campobasso, Castelpetroso e Isernia: «Papa Francesco aveva espresso il desiderio di tornare anche a Termoli e in Alto Molise. Aveva apprezzato la schiettezza, la semplicità e la generosità del nostro popolo. Dal cielo continuerà a vegliare su di noi, portando la sua benedizione». La cerimonia si è aperta con la proclamazione di un passo della Lettera ai Filippesi e di un brano dell’enciclica Fratelli tutti, letti tra momenti di raccoglimento e preghiera. Parole che hanno risuonato come un invito alla pace, all’umiltà e al servizio. Don Benito ha voluto ricordare i luoghi martoriati dalla guerra — «l’Ucraina, la Palestina, Gaza, il Medio Oriente» — e rinnovare l’appello del Papa a costruire fraternità e solidarietà in un mondo segnato dai conflitti. Durante la benedizione, il vescovo ha invocato protezione per la città di Termoli, le famiglie, le istituzioni, i malati e i più fragili, chiedendo che «chiunque attraverserà questo luogo possa portare con sé la compagnia spirituale di Papa Francesco». In chiusura, tra gli applausi e l’emozione dei presenti, il vescovo ha ricordato una delle frasi più amate di Papa Francesco: «In una sola occasione ti è lecito guardare il tuo prossimo dall’alto in basso: quando ti chini per sollevarlo». E ha aggiunto: «Sia questo il nostro programma di vita. Viva Papa Francesco, viva Termoli!» L’intitolazione della rotatoria a Papa Francesco diventa così non solo un atto simbolico, ma un segno visibile della gratitudine e dell’amore di una città che riconosce nel suo messaggio un faro di luce e un invito permanente alla fraternità. Un luogo che, come ha detto il sindaco Balice, «accoglierà chi arriva e saluterà chi parte con il sorriso di un Papa che ha saputo parlare al cuore di tutti».

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