L’annuncio è di ieri mattina e i contenuti sono stati resi noti dall’ufficio stampa di Fca: Groupe Psa e Fca raggiungono accordo per una fusione. Dopo aver salvato dal fallimento la Chrysler nel 2008, e forse stessa, dopo aver tentato inutilmente la scalata a Opel, che però ora arriverà da questa intesa e soprattutto alle spalle esperienze non positive, come Gm e Tata, la Fiat consolida il suo ruolo di player mondiale, anche se non più come proprietaria esclusiva del gruppo. Mesi dopo il no di Renault, soprattutto dovuto a ingerenze politiche e incomprensioni interne al perimetro aziendale transalpino, si concretizza l’evoluzione naturale di quella joint-venture che già nei furgoni commerciali, vedi Sevel, ha avuto successo. Il nuovo gruppo avrà la leadership, le risorse e la dimensione per essere all’avanguardia nella nuova era della mobilità sostenibile. La società risultante dalla fusione unirà le ampie e crescenti competenze di entrambe le società per affrontare la sfida di plasmare la nuova era della mobilità sostenibile. Sarà il 4° costruttore automobilistico al mondo in termini di volumi e il 3° in base al fatturato, con vendite annuali di 8,7 milioni di veicoli e ricavi congiunti di quasi 170 miliardi di euro. Creerà un gruppo diversificato con margini tra i più elevati nei suoi principali mercati in Europa, Nord America e America Latina e l’opportunità di ridefinire la strategia in altre regioni. Genererà sinergie annuali che a regime sono stimate in circa 3,7 miliardi di euro, senza chiusure di stabilimenti in conseguenza dell’operazione. Si prevede che le sinergie genereranno un flusso di cassa netto positivo già nel primo anno. La società risultante dalla fusione beneficerà di efficienze negli investimenti su scala ancora più ampia per sviluppare innovative soluzioni di mobilità e tecnologie all’avanguardia nel campo dei veicoli alimentati a energie alternative, della guida autonoma e della connettività. Ampio portafoglio di brand iconici e consolidati in grado di offrire prodotti ai vertici delle rispettive categorie nei principali segmenti di mercato e una maggiore soddisfazione del cliente. Eccellente intesa professionale tra i due team di management, entrambi con comprovato successo in ristrutturazioni e aggregazioni aziendali e nella creazione di valore. Una solida struttura di governance a supporto della performance del nuovo gruppo, con John Elkann alla Presidenza del Gruppo e Carlos Tavares in qualità di Ceo, e una maggioranza di consiglieri indipendenti. L’aggregazione proposta darà vita a un gruppo leader nel settore con team, competenze, risorse e dimensioni in grado di cogliere con successo le opportunità offerte da questa nuova era della mobilità sostenibile. Grazie alla solidità finanziaria ed alle competenze congiunte il nuovo Gruppo sarà ben posizionato per poter fornire soluzioni di mobilità innovative, ecologiche e sostenibili, sia in contesti urbani che rurali. Le efficienze generate dai maggiori volumi, oltre che i benefici derivanti dall’unione delle forze e delle competenze delle due società, permetteranno al nuovo gruppo di offrire ai propri clienti prodotti, tecnologie e servizi d’eccellenza e di rispondere con maggiore agilità alla trasformazione in atto in questo settore altamente sfidante. La società risultante dalla fusione avrà vendite annuali pari a 8,7 milioni di veicoli, con ricavi di quasi 170 miliardi di euro3 , un utile operativo corrente di oltre 11 miliardi di euro4 e un margine operativo del 6,6%, sulla base dell’aggregazione dei risultati del 20185 . La solida struttura patrimoniale congiunta offre significativa flessibilità finanziaria e ampi margini sia per implementare piani strategici che per investire in nuove tecnologie, per tutto il ciclo. Il nuovo gruppo avrà una presenza bilanciata e attività redditizie a livello globale, con un portafoglio di brand iconici e altamente complementari a copertura di tutti i principali segmenti da luxury a premium, dai veicoli passeggeri mainstream fino ai Suv, ai truck e ai veicoli commerciali leggeri. Questo grazie alla forza di Fca in Nord America e in America Latina e alla solidità di Psa in Europa. Il nuovo gruppo avrà una presenza geografica molto più bilanciata, con il 46% dei ricavi generati in Europa e il 43% in Nord America, sulla base dell’aggregazione dei dati 2018 delle due società.

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