Dopo diversi mesi tra l’altro molto particolari, incontriamo di nuovo Nick Di Michele, portavoce al consiglio comunale per il. Movimento 5stelle. Si è trasferito ormai dall’inverno a Parma dove ricopre un importante ruolo nella polizia penitenziaria. Come ti stai trovando in Emilia?
«Beh la città di Parma è una città fantastica nel senso che ci sono i sevizi, è curata. Devo dire che l’ex grillino Pizzarotti ha fatto un buon lavoro e continua a farlo. È una città che dà tutto, c’è la possibilità di lavorare. Devo proprio dire che si sta bene. Certo siamo nella pianura Padana e come dico sempre a chi incontro per strada, non c’è il mare, ma per il resto si sta benissimo anche dal punto di vista lavorativo ho notato una professionalità davvero enorme da parte di tutta la polizia penitenziaria, e quindi devo dire che questo cambio mi sta facendo crescere molto».
Ti manca il Molise, ti manca Termoli?
«Beh Termoli è la città che mi ha adottato e ogni volta che ci torno ci sto benissimo, perché tutto sommato qui ho passato buona parte della mia vita, sono più di 25 anni. Qui ho frequentato le scuole e ho avuto la possibilità di fare anche politica, cosa che mi è sempre piaciuta. Sì mi manca tanto, infatti, appena posso ritorno».
Quanto è stato complicato gestire un carcere importante come quello di Parma, con dentro oltre 70 41bis? Per spiegare a chi non conosce le dinamiche penitenziare. E con inoltre altre centinaia e centinaia di detenuti con un’emergenza come quella Covid che ha visto proprio nelle carcere il sorgere di tumulti.
«Il carcere di Parma è un’eccellenza tra gli istituti penitenziari italiani. Tra i 41bis abbiamo dei personaggi eccellenti, uno fra tutti ad esempio Raffaele Cutolo. Durante l’emergenza Covid io mi sono ritrovato a gestire quella tragedia di Modena dell’8 marzo, dove ci sono stati parecchi morti tra i detenuti. Noi siamo stati capaci di mettere in pratica tutte le esperienze che avevamo acquisito in passato, riuscendo così ad evitare che nessun detenuto si ammalasse di Covid. Quindi da questo punto di vista siamo stati abbastanza tranquilli. Certo ci è costato molto dal punto di vista lavorativo. Molti colleghi si sono ammalati, perché giustamente entravano e uscivano dall’istituto. Anche loro sulla loro pelle hanno subito il Covid. Abbiamo lavorato tanto, però l’istituto che attualmente consta di 700 detenuti, ma arriverà a 900 per l’apertura di un altro padiglione. Però è un istituto, come dicevo prima, che dal punto di vista professionale ti fa crescere molto, perché è un istituto che ha sempre svolto una funzione di sicurezza molto importante. Io mi ritrovo lì come responsabile del Nucleo Riduzione Piantonamenti, come vice-comandante e devo dire che il lavoro è tanto però alla fine della giornata quando torni a casa capisci di aver fatto un buon lavoro».
Da un osservatorio particolare, anche come militante storico e portavoce, come valuti l’impatto del Governo giallo-rosso, soprattutto in questa fase?
«Devo dire che con il senno di poi ci siamo resi conto tutti, ma tutti gli italiani, al di là del colore politico, che Conte ha fatto un ottimo lavoro. I numeri ci dicono che se all’inizio eravamo il primo paese al mondo come numero di morti e come positivi, adesso invece l’Italia può anche godersi le vacanze. Ci anche sono persone che sono riuscite in qualche modo a far sopravvivere le proprie finanze. Io spero che ne siamo un pochino usciti. Speriamo che a ottobre-novembre non si torni ai mesi della primavera, però dobbiamo stare tutti attenti. Il giudizio su Conte e il suo governo per me è ottimo. Non perché sia della mia stessa parte politica, ma perché ha dimostrato davvero di avere una fermezza e un polso che pochi Presidenti del Consiglio hanno avuto in questi ultimi 50 anni».
È meglio governare con il Pd rispetto alla Lega?
«Io non ho mai accettato di governare con Lega, ho sempre votato contro. Ho votato a favore del processo di Salvini per quanto riguarda la nave Diciotti. Per me il Movimento 5 Stelle doveva stare da solo al governo, ma la legge elettorale non ce lo permette. Di fatto ora stiamo col Pd e per certi versi abbiamo un dialogo diverso, almeno si lavora stando in silenzio, al contrario di quello che succedeva con la Lega, con cui prima si parlava e poi non si agiva; e in questo mi rivolgo principalmente all’ex ministro dell’interno Salvini e a tutti i ministri della Lega che in qualche modo da soli avevano iniziato ad affossare l’Italia».
Dal parlamento alle regionali: sei favorevole o contrario ad alleanze con il Pd?
«Alle regionali non sono assolutamente favorevole perché le liste regionali danno l’opportunità di far entrare chiunque e noi sappiamo che la politica, almeno quella italiana, dà la possibilità anche a gente pluricondannata di essere candidati e poi magari anche eletta. Io dirò sempre no alle alleanze con i partiti, se non con liste civiche pulite di gente che magari ha fatto poca politica o comunque non ha precedenti giudiziari, non ha precedenti penali, allora si che ci si può aprire alla cosiddetta società civile. Ma a questi trombati della politica che vogliono riciclarsi con il Movimento, che poi non ci riescono mai, o con altri partiti pur di arrivare al tanto sospirato stipendio, io dirò sempre di no».
Come vedi il Molise?
«Il Molise da lontano lo vedo come una barca che sta affondando. Ormai non ha più mezzi per restare a galla. Toma ha fatto un pessimo lavoro da tutti i punti di vista, sono due anni che non incide in nessun modo positivamente per questa regione. Credo che non mancherà molto che bisognerà fare davvero i conti. Mi dispiace davvero per tutti i molisani, io sono un molisano a tutti gli effetti, e vorrei davvero che questa classe politica cambiasse. Così non si può andare assolutamente avanti. Infatti io come posso, in qualche modo, cerco di giudicare attraverso i social quello che non fanno e li sprono anche a fare meglio, ma purtroppo sono due anni che non ci riusciamo. Basta vedere il teatrino di quest’ultimo periodo sulle poltrone».
Paradossalmente il Covid ha inciso meno sulla tua assenza nell’amministrazione comunale nel ruolo di opposizione, visto che grazie alle videoconferenze sei comunque stato capace di essere presente in commissione e nei consigli comunali.
«Si, l’emergenza Covid ha dato la possibilità a tutti di essere in presenza attraverso la partecipazione con le videochat e devo dire che si lavora anche meglio, perché lì devi starci per forza non puoi andartene. Ci si distrae meno e si lavora di più. Certo al 31 luglio spero che questa emergenza finisca e si torni a lavorare in presenza. Sono contento perché magari c’è uno scambio ancora più importante tra le varie componenti dei consiglieri comunali, però devo dire che questa esperienza ci è servita e ci ha fatto capire che si può lavorare anche da lontano. Io l’ho fatto e continuo a farlo».
Un anno di amministrazione del centrodestra, qual è il tuo giudizio?
«Ma io giudico assolutamente neutro questo anno di amministrazione del sindaco Roberti, perché ha avuto anche lui questa disgrazia del Covid. Fatto sta che c’è anche da dire che si è fatto poco per questa città. Io ogni volta che torno la vedo sempre più abbandonata. Le strade sono rimaste quelle che erano con l’amministrazione del Brocca, l’erba cresce ovunque, si fa poco, la gente si lamenta… quindi io esorto questa amministrazione, come faccio giornalmente durante la commissione, a fare di meglio, perché Termoli davvero può essere una grande e meravigliosa città. Adesso lo dice chi lavoro fuori e che ogni tanto torna a casa, insomma Termoli è Termoli, non c’è niente da fare, bisogna che rinasca e diventi la famosa Perla dell’Adriatico; tutti ne parlano poi nessuno si prende la briga di farla diventare tale».
Toglimi una curiosità, l’esperienza di governo comune ha migliorato i rapporti con il Pd di Termoli?
«Migliorati no, perché non lavoriamo insieme, ognuno si fa il suo. Certo non ci azzanniamo come quando stavo io all’opposizione e loro in maggioranza, però è chiaro che io non dimentico quello che loro hanno fatto a questa città. Non dimenticherò mai le battaglie che noi abbiamo dovuto fare sempre per il tunnel, per bloccare quello scempio e certo sono sempre le stesse persone. Se Sbrocca torna a fare il sindaco, tornerà ad essere quello che è stato dal 2014 al 2019. E su questo nessuno mi dice il contrario».
Una richiesta sola al sindaco Roberti da parte tua.
«Beh, a Francesco Roberti vorrei dire solo questo: capisco tutto, capisco l’emergenza, capisco la mancanza di denaro, capisco il fatto che il comune sta forse meno 8milioni nel bilancio consuntivo che andremo a discutere il 29 luglio, però il sindaco deve fare il sindaco, il sindaco deve fare l’amministratore e ci si può trincerare dietro queste scuse per dire che si può fare poco per la città. Sei stato eletto, hai scelto tu di essere eletto a sindaco, ti devi dare da fare».
Emanuele Bracone

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