Come annunciato già da giovedì scorso, ultimo giorno in mare per la flottiglia peschereccia termolese, oggi inizia il fermo biologico. Quel periodo di sospensione obbligatoria dell’attività ittica, necessario – così dicono – alla ripopolazione della fauna marina.
Un periodo sempre controverso, che cozza contro le esigenze di località turistiche, come lo sono tutte quelle dove c’è anche la cosiddetta pesca industriale.
«Inizia oggi il fermo pesca e finirà il 15 settembre, noi negli ultimi anni abbiamo cercato di posticiparlo, per non farlo coincidere col periodo estivo – ricorda il presidente di Federcoopesca Molise Domenico Guidotti – ma ci siamo riusciti solo in parte, a farlo slittare almeno a dopo Ferragosto. Il fermo riguarda la pesca a strascico e la pesca a vongole, quest’ultima fino al 10 settembre. Mentre non c’è alcun divieto per la cosiddetta piccola pesca artigianale (quella che opera nelle 3 miglia, ndr)». Ma Guidotti apre anche un altro conto polemico, quello con la Regione Molise. «Il nostro settore ha subito una profonda crisi a causa della pandemia, soprattutto dovuto al calo delle richieste provocato dal lockdown. Siamo l’unico comparto che non ha preso alcun tipo di contributo, addirittura abbiamo appreso che sono stati sbloccati i fondi Feamp, rendendo disponibili 1,5 milioni di euro, ma la Regione Molise assolutamente non si muove. Si pensa solo al balletto di deleghe e poltrone e ora quella alla pesca ce l’ha direttamente, a interim, il Governatore Toma. Ma siamo ancora in attesa che qualcuno si accorga di noi, visto che né dalla Regione e né dello Stato sono arrivati fondi, nemmeno prestiti bancari garantiti, e tutto questo è semplicemente vergognoso». Ma il cahier de doléances non finisce certo qui. Resta ancora il nodo da sciogliere sugli indennizzi degli anni pregressi. «Una pagina ancora più disastrosa per la nostra categoria – ribadisce Guidotti – solo da poche settimane abbiamo introitato i contributi per il fermo 2018, aspettiamo ancora il 2019 e ora inizia il 2020. Non solo, siamo in credito anche per la Cassa integrazione dello scorso anno. Questo è un quadro di assoluta indecenza, anche perché i soldi ci sono, sono disponibili. Ma qui, da un lato la Regione è inerte e dall’altra il Mipaaf continua a fare spallucce e a non pagare gli indennizzi per i periodi di fermo passati». Tranne una imbarcazione che fa pesca di altura, si fermano da oggi 35 pescherecci a strascico e dieci vongolare, sono centinaia e centinaia di famiglie che attendono una risposta che mai arriva puntuale.

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