Non ha certo evitato di dire quello che pensa, ieri, il sindaco di Termoli, Francesco Roberti, che in conferenza stampa ha ribadito, in quasi un’ora assieme alla giunta al gran completo e tre esponenti della ValTrigno, i concetti espressi nella nota inviata nottetempo in replica all’accusa del Pd e del gruppo VotaxTe. Al centro della questione, la gestione dell’emergenza epidemiologica, che vede l’amministrazione Roberti scegliere un approccio e un profilo diverso da altri sindaci. «Sto osservando un gioco di uno squallore unico, si parte dal segretario del Pd che evoca scenari catastrofici e qualcuno che a livello locale fanno risuonare l’eco quasi perché nell’ospedale di Termoli c’è una macelleria sociale. Tutti sapevamo all’inizio di questa pandemia che ci sarebbe stata una seconda ondata ancora più forte della prima, perché se nella prima parte siamo riusciti a far fronte comune per evitare che ci fosse un dilagare della pandemia oggi come sud Italia siamo coinvolti nella stessa misura delle regioni del Nord – esordisce il primo cittadino – ora sappiamo che le cause di un contagio avvengono quando c’è mobilità, Termoli ha le stesse criticità di altri luoghi, coni studenti che vengono da fuori, persone che vengono da fuori regione a lavorare e quindi va da sé che il contagio può avvenire in qualunque momento (studenti ora in didattica a distanza obbligatoria nelle scuole superiori, ndr)». Ma la critica politica è feroce e Roberti arriva a definirli “impresentabili”, con riferimento diretto al centrosinistra: «Sono impresentabili perché quando si gioca sulla pelle della gente si fa qualcosa di male e non è giusto per gli operatori sanitari. A Termoli sta succedendo per la psicosi che i genitori stanno ritirando i figli dalle scuole elementari dicendo che possono impartire le competenze dell’istruzione adeguata. C’è gente che non si reca più in ospedale e l’idea di aprire il centro Covid a Larino significherebbe spostare i medici dell’ospedale di Termoli a Larino depotenziando di nuovo la struttura di Termoli. La difficoltà non è aprire un ospedale Covid ma trovare ospedale adeguato e capace che ha il coraggio di andare ad affrontare una pandemia, quando i dati ci dimostrano quanti infermieri negli ospedali restano infettati e hanno perso la vita al gioco dell’incoscienza della sinistra regionale c’è chi vede e fa terrorismo con scenari catastrofici rischiando di esasperare gli animi». Poi scenari diversi, «Termoli rientra in una regione considerata gialla e quindi le regole che consentono di funzionare sono quelle dettate dal Dpcm, a Termoli assembramenti non ce ne sono ma non vedo tutto questo perché le forze dell’ordine vengono coordinate dalla Questura». «La realtà è che non verrà nessuno a lavorare negli ospedali e non solo quelli del Molise ma anche in quelli del Nord Italia c’è difficoltà di reperire il personale – aggiunge Roberti – se ogni sindaco in Italia decide di fare le sue ordinanze ci sarebbe una babilonia, è necessario oggi chiarire alla popolazione che attualmente le regole messe in campo dalla gestione dell’emergenza sono quelle previste dai protocolli ministeriali. Il fine settimana il ministero dell’Interno ha già previsto ulteriori verifiche delle normative è perché a livello nazionale ci sono molti comuni del Nord dove tutto questo viene ignorato». Sulla presenza di gente in centro, «Non chiuderò il Corso perché non posso continuare a crocifiggere per un governo di incapaci i pochi operatori commerciali che stanno sopravvivendo in questo momento di crisi», poi continua: «Se avessi chiuso i mercati cosa che non è contemplata, gli ambulanti non sono compresi nel ristoro e tutto questo sacrificio lo stanno facendo quotidianamente tutti i sindaci di Italia, l’Anci ha stigmatizzato l’incapacità di gestire questa seconda ondata perché ci siamo persi pensando al referendum ai pattini e a tutto tranne che ad affrontare l’emergenza Covid». Insomma una critica spalmata su vari livelli. «In Provincia abbiamo sbloccato 855mila euro di lavori per consentire la maggiore tranquillità per fruire del servizio scolastico, tutto vanificato dalla incapacità di sapere organizzare a livello nazionale le problematiche del trasporto urbano ed extraurbano – ma ora non si ha il coraggio di dire che c’è bisogno di fare un lockdown, il Natale si passerà chiusi in casa come Pasqua, ma noi non dobbiamo fare terrorismo psicologico. Dopo 9 mesi la colpa è di ognuno che non rispetta le regole, la media dei positivi tra i 45 e i 55 anni quindi di chi dovrebbe avere più buon senso che ci mette minor prudenza di fronte una situazione del genere. Le Usca già sono state messe in campo e hanno contattato tutte le persone per andarli a trovare e questa situazione a Termoli si mantiene con una condizione di salute diciamo accettabile. Sulla prevenzione abbiamo adottato un documento di valutazione rischi, non solo, abbiamo fatto i corsi di formazione stiamo organizzando la distribuzione delle mascherine necessarie come abbiamo fatto finora quando il giudice di pace è stato chiuso 24 ore dopo è stato riaperto. È un impegno morale di un sindaco che rappresenta una città, gli assessori stanno portando avanti le varie attività amministrative, noi non siamo in smart-working, noi sappiamo che venendo qui ogni giorno mettiamo a rischio anche la nostra salute ma lo facciamo con coraggio a differenza di chi fa solo proclami». Poi, la polemica sulla Rete della Sinistra e la situazione all’ospedale San Timoteo: «Ho trasmesso la missiva alla Procura per verificare la veridicità di quanto riportato dagli organi di stampa con la lettera inviata a Florenzano affinché chiarisse la situazione, compresa il documento della Rete della Sinistra e la mia informativa. Attualmente ci sono 90 persone in isolamento domiciliare che vengono seguite dalle Usca, ma ci sono 15 persone nella lista dal 5 ottobre che sono ancora sono definite positivi e credo che molti sono negativizzati». Per contrastare una pandemia più informazioni si hanno e più si riesce a contenere la situazione di emergenza, ma basta gridare agli untori». Ultima annotazione, quella sui controlli: «A Termoli ci sono le multe quotidianamente e sono arrivate anche le situazioni per impugnare le multe senza mascherina, anche esercenti commerciali che hanno avuto la multa perché non erano informati».

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