Uccisa da un uomo a colpi di fucile, nella periferia di San Benedetto dei Marsi, fuori dal Parco e dall’area contigua. È morta così Amarena, l’orsa divenuta famosa negli ultimi anni e simbolo del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Amarena – mamma di Juan Carrito, morto in un investimento sulla statale 17 a gennaio scorso – era una celebrità, famosa per le sue scorribande nei borghi abruzzesi e molisani senza mai creare problemi, spesso con i suoi cuccioli al seguito, ed era amata da tutti. Il responsabile, un allevatore e cacciatore di 56 anni, è stato immediatamente identificato dai guardiaparco e poi sottoposto ai rilievi dai Carabinieri arrivati intorno alle 23 di giovedì sul luogo della tragedia. Nei suoi confronti il pm Maurizio Maria Cerrato, della Procura di Avezzano, ha aperto un fascicolo per il reato 544bis del codice penale, ossia chiunque procuri per crudeltà o senza necessità la morte di animali: l’uomo rischia dai 4 mesi ai 2 anni di reclusione. Nel frattempo si apprende che l’uccisore era legittimato alla detenzione di armi da fuoco. I carabinieri della stazione del Comune di San Benedetto dei Marsi hanno sequestrato tutte le armi dell’uomo ed il bossolo esploso. Il 56enne si è difeso dicendo di aver «sparato per paura ma non volevo uccidere, l’ho trovata dentro la mia proprietà è stato un atto impulsivo, istintivo».
Una notizia che ha fatto il giro dei maggiori quotidiani nazionali scatenando l’ira di istituzioni e cittadini. Intanto sono ancora in corso le ricerche degli altri cuccioli: «Stiamo procedono attraverso una task force di carabinieri, guardiaparco e veterinari, anche attraverso l’uso dei droni», ha dichiarato Goffredo Arcieri, vice comandante del Reparto Carabinieri Parco in Pescasseroli. Proprio qualche giorno fa, il 26 agosto, Amarena era stata ‘avvistata’ insieme ai suoi piccoli nel centro abitato di San Sebastiano. Il video, ora diventato virale sui social, l’ha immortalata mentre ‘passeggiava’ tra le vie del borgo a pochi passi dai cittadini, senza mostrare alcun segno di aggressività.

Abruzzo sotto shock, Marsilio: «Ci costituiremo parte civile»

«La notizia dell’uccisione a colpi di fucile dell’orsa Amarena rappresenta un atto gravissimo nei confronti dell’intera Regione che lascia dolore e rabbia per un gesto incomprensibile». Lo ha dichiarato il governatore della Regione Abruzzo Marco Marsilio. «In tutti questi anni le comunità fuori e dentro ai parchi hanno sempre dimostrato di saper convivere con gli orsi senza mai interferire con le loro abitudini.
Mai un orso ha rappresentato in Abruzzo un qualunque pericolo per l’uomo, neanche quando si è trovato a frequentare i centri abitati. L’atto violento compiuto nei confronti del plantigrado non ha alcuna giustificazione. Confidiamo nelle indagini che sono state avviate dalle forze dell’ordine e dai vertici del parco, che hanno già individuato il responsabile, affinché la giustizia faccia il suo corso. Sono pronto a costituire la Regione come parte civile contro questo delinquente per tutelare l’immagine e l’onorabilità della nostra gente. Invito le comunità locali e tutti i turisti a continuare ad osservare tutte le norme prescritte affinché gli animali presenti sul territorio possano vivere indisturbati nel loro habitat», ha concluso Marsilio.

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