I carabinieri di Termoli indagano su un presunto caso di morte sospetta nell’ospedale San Timoteo di Termoli, stavolta avvenuto nel reparto di Ostetricia e Ginecologia. A distanza di qualche settimana dal decesso della donna pugliese, dunque, i riflettori degli investigatori tornano ad accendersi in viale San Francesco. Epilogo straziante quello vissuto da una madre di 41 anni che stava per mettere al mondo la prima figlia. Una gravidanza lunghissima, col termine scaduto da quasi 4 settimane, che è terminata drammaticamente con un aborto spontaneo e la piccola strangolata dal cordone ombelicale. La morte della nascitura è avvenuta venerdì scorso, dopo un travaglio durato dieci ore e il sospetto che la piccola fosse già morta in grembo prima del parto naturale. Solo dopo questo enorme lasso di tempo, vissuto al culmine della sofferenza per la donna, i medici hanno cambiato idea e operato col cesareo, fino a scoprire l’amara realtà: la bimba era nata morta. L’arrivo in ospedale era stato deciso insieme al medico che seguiva la 41enne e il marito ha accusato i sanitari di aver atteso troppo, tanto da provocare il decesso. Sul corpicino della piccola lunedì scorso è stata eseguita l’autopsia, disposta dalla direzione sanitaria del nosocomio di viale San Francesco, e dalle prime risultanze verrebbe suffragata la tesi della morte sopraggiunta per assenza di ossigeno. Una gravidanza non senza problemi, prima con il monitoraggio della crescita che evidenziava una carenza di peso, quindi piccole anomalie nel tracciato del battito cardiaco, fino al dramma finale, ma su questo saranno gli inquirenti a ravvisare eventuali responsabilità da parte dei medici del reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale San Timoteo di Termoli qualora i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile adriatico dovessero ravvisare elementi tali da far trasmettere la notizia di reato in Procura alla fine dell’attività promossa d’ufficio. Intanto la 41enne ha già lasciato il suo posto letto in corsia.

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