Il gip del tribunale di Larino ha disposto l’archiviazione del procedimento a carico della giornalista Giovanna Ruggiero. La decisione ha confermato la richiesta formulata dal pm in merito alla querela per diffamazione a mezzo stampa presentata dal vicepresidente della Regione Vittorino Facciolla nei confronti della Ruggiero. Facciolla si era opposto alla richiesta di archiviazione del sostituto procuratore.
L’articolo incriminato era apparso su ‘La Gazzetta del Molise’ nel marzo 2014 e riportava il contenuto dei manifesti affissi a San Martino in Pensilis con cui il gruppo di opposizione in municipio denunciava le «spese pazze» dell’amministrazione al tempo in cui Facciolla ricopriva la carica di sindaco. Il tribunale di Larino, fa sapere l’avvocato Romano, ha riconosciuto «l’esimente del diritto di cronaca e di critica» accertando «la veridicità della notizia riportata» e ritenendo l’operato della giornalista «immune da censure, non essendo contestata da alcuno la veridicità di quanto incorporato nei manifesti» nonché misurati i toni utilizzati, che «sebbene “forti e aspri” […], lungi dal configurare titolazioni o frasi gratuitamente espressive di sentimenti ostili, si collegano ad episodi specifici, sì da far ritenere integrati gli estremi della continenza espositiva».
L’iter processuale è durato circa tre anni. Una prima archiviazione, per «particolare tenuità del fatto», è stata annullata dalla Cassazione su ricorso della Ruggiero. Ora la nuova archiviazione del gip D’Agnone. Facciolla ha citato la giornalista anche in un giudizio civile, ancora pendente, nell’ambito del quale ha chiesto 200mila euro di danni.
Il pronunciamento penale, rileva la nota di Romano, «riveste particolare interesse in quanto scolpisce una serie di principi sul diritto di cronaca e di critica che vanno ben oltre il singolo caso e riaffermano la libertà riconosciuta ai giornalisti di riportare una notizia “ritenendola di interesse pubblico ed idonea a sollecitare critica politica” e, pertanto, la fondamentale funzione democratica dell’informazione, troppo spesso minacciata da querele e discutibili cause risarcitorie talvolta più orientate a dissuadere e intimorire le voci critiche che a tutelare le presunte vittime di diffamazioni invero spesso inesistenti».
Per l’avvocato, infine, un «pronunciamento esemplare, che segna una tappa giurisprudenziale fondamentale nell’affermazione del diritto di cronaca e di critica e dei rispettivi limiti».

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