Si aggrava ulteriormente la posizione di Elvio Carugno, il funzionario della Regione Molise in cella dalla scorsa primavera per essersi appropriato, secondo l’accusa, di oltre un milione di euro di soldi pubblici per scopi personali. Nella mattinata di oggi dalla procura è partita una quarta informazione di garanzia, con contestuale richiesta di giudizio immediato per il reato di peculato. Il sostituto procuratore Fabio Papa, considerata l’evidenza delle prove raccolte a carico del dirigente, chiede al giudice l’emissione del decreto che consente di andare direttamente al processo, saltando le modalità ordinarie che prevedono il passaggio dell’udienza preliminare. Si punta dunque ad accorciare i tempi. Nell’atto della procura, quattro pagine, vengono riepilogati gli ammanchi che sarebbero stati causati da Carugno alle casse regionali tra il 2010 e il 2012. Il direttore dello Sprint, lo sportello regionale per l’internazionalizzazione delle imprese (struttura che fa capo all’assessorato regionale alle Attività Produttive) per l’accusa si è appropriato di soldi stanziati dall’ente pubblico per scopi personali, utilizzando carte di credito ricaricate con questi fondi e usando le stesse carte per prelevare denaro contante e per spese come ristoranti, rifornimenti di carburante, gioielli, abbigliamento, lunghe chiamate internazionali all’amante. Inoltre ha cambiato e intascato assegni circolari presso diverse banche. Questo il dettaglio dei soldi pubblici intascati da Carugno per un totale di un milione e 291mila euro e così come viene ricostruito nella richiesta di giudizio immediato: 97mila euro da un conto corrente intestato allo Sprint Molise e aperto alla Banca Popolare di Novara; 771mila euro da un conto corrente, intestato sempre allo Sprint, presso la Banca Popolare di Lanciano e Sulmona, ma la cui esistenza era sconosciuta alla Regione stessa; 423mila euro sempre dal conto corrente intestato allo Sprint presso la Banca Popolare di Lanciano e Sulmona, ma in quest’ultimo caso i soldi sono stati fatti sparire mediante bonifici effettuati a favore delle tre donne legate a Carugno, per motivi personali e soprattutto sentimentali: 129mila a favore dell’amante venezuelana, 121mila a favore della donna rumena, anch’essa per un periodo legata sentimentalmente al funzionario, e infine 171mila euro elargiti come compenso alla donna italiana utilizzata come prestanome.

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