di Cosimo Santimone

Elvio Carugno, il dirigente della Regione Molise accusato di peculato e finito al centro di diverse inchieste giudiziarie, sarà processato il prossimo 7 novembre. Con giudizio immediato. A chiedere la procedura, che consente di andare direttamente al processo, saltando le modalità ordinarie che prevedono il passaggio dell’udienza preliminare era stato il sostituto procuratore della Repubblica, Fabio Papa. In quell’occasione l’avvocato difensore dell’uomo, il legale Antonello Veneziano, potrebbe chiedere la riunione dei fascicoli poiché il dirigente è al centro di un’altra inchiesta sempre per peculato curata dal pm Rossana Venditti. Veneziano, in ogni caso, avrà tempo fino al 7 novembre per chiedere un rito alternativo. Il legale, al momento, sta pensando a una eventuale richiesta di patteggiamento o in alternativa di un rito abbreviato. Elvio Carugno, che attualmente si trova recluso in una cella del carcere di via Cavour, secondo l’accusa si sarebbe appropriato di oltre un milione di euro di soldi pubblici per scopi personali. Nell’atto della procura sono stati riepilogati gli ammanchi che sarebbero stati causati da Carugno alle casse regionali tra il 2010 e il 2012. Il direttore dello Sprint, lo sportello regionale per l’internazionalizzazione delle imprese (struttura che fa capo logisticamente all’assessorato regionale alle Attività Produttive) per l’accusa si è appropriato di soldi stanziati dall’ente pubblico per scopi personali, utilizzando carte di credito ricaricate con questi fondi e usando le stesse carte per prelevare denaro contante e per spese come ristoranti, rifornimenti di carburante, gioielli, abbigliamento, lunghe chiamate internazionali all’amante. Inoltre avrebbe, sempre stando alle accuse, cambiato e intascato assegni circolari presso diverse banche. Questo il dettaglio dei soldi pubblici intascati da Carugno per un totale di un milione e 291mila euro, così come era stato ricostruito nella richiesta di giudizio immediato: 97mila euro da un conto corrente intestato allo Sprint Molise e aperto alla Banca Popolare di Novara; 771mila euro da un conto corrente, intestato sempre allo Sprint, presso la Banca Popolare di Lanciano e Sulmona, ma la cui esistenza era sconosciuta alla Regione stessa; 423mila euro sempre dal conto corrente intestato allo Sprint presso la Banca Popolare di Lanciano e Sulmona, ma in quest’ultimo caso i soldi sono stati fatti sparire mediante bonifici effettuati a favore delle tre donne legate a Carugno, per motivi personali e soprattutto sentimentali: 129mila a favore di una venezuelana, 121mila a favore di una donna rumena e infine 171mila euro elargiti come compenso alla donna italiana utilizzata come prestanome. Tutte e tre sono indagate nel fascicolo della Venditti che ha coordinato il lavoro della Digos. Ad arrestare Carugno in ufficio il 4 aprile scorso fu il Gico, in carcere venne poi raggiunto da una seconda ordinanza di custodia. Il 3 agosto le Fiamme Gialle hanno sequestrato nel caveau di un istituto di credito anche 800mila euro di obbligazioni Ifim (la società finanziaria del gruppo di Remo Perna di cui è socia anche Finmolise): Carugno, a parere del pm, li aveva bonificati all’Asec e poi ‘‘‘‘riconvertiti’ in titoli di credito. La Giunta regionale durante l’ultima seduta ha deliberato l’accoglimento della richiesta di pensionamento presentata a metà agosto dall’ex dirigente, che non è più nell’organico dell’ente dal 1° settembre.

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