Gli indici più importanti sono quasi tutti negativi. Anche nel 2013 l’economia molisana ha fatto registrato una contrazione. Il prodotto interno lordo – stime Prometeia – si è ridotto del 3,6%, le esportazioni sono diminuite in misura più intensa rispetto al 2012, la disoccupazione ha raggiunto livelli storici, con il peggioramento delle prospettive per i giovani, in calo anche il credito bancario alle aziende e alle famiglie. Se non fosse per “quel potrebbe registrarsi una tenue ripresa del processo di accumulazione” e per la riduzione, per il secondo anno consecutivo, della cassa integrazione in deroga, il rapporto della Banca d’Italia sullo stato di salute dell’economia molisana, presentato questa mattina a Campobasso, sarebbe disastroso. Numeri, talvolta impietosi, snocciolati da Pietro de Matteis e Marco Manile della Banca d’Italia, condizionati dalla grave crisi del comporto moda e alimentare, cioè Ittierre, Gam e Zuccherificio, che hanno relegato il Molise tra le peggiori regioni del mezzogiorno. In un quadro congiunturale aggravato dalla debolezza della domanda e da elevati livelli di capacità produttiva inutilizzata, la differenza potrebbero farla le imprese e la loro voglia di investire e innovare, uniti alla maggiore disponibilità delle banche a erogare credito, “a patto – ha precisato il direttore della filiale di Campobasso della Banca d’Italia Giuseppina Capozza – che non si finanzino aziende decotte, ma imprenditori con idee chiare. La nuova sfida è valutare bene il merito creditizio, prestare a chi merita ed ha progetti innovativi”.

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