Sono state pari a 23,9 milioni le ore di cassa integrazione autorizzate in Italia nel mese di aprile (-58,1% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, -38,9% rispetto a marzo di quest’anno). I dati nel Rapporto del Centro studi Uil
In controtendenza, rispetto alla flessione di cassa integrazione, la crescita delle domande di Naspi. Un elemento, commenta il segretario nazionale Guglielmo Loy, «che deve spingerci, essendo questo uno strumento che protegge chi il lavoro lo ha perso, a fare una riflessione sul tema se il venir meno di alcuni istituti di politica passiva (indennità di mobilità) e le restrizioni su altri (cassa integrazione), apportate dalla riforma del lavoro, concorrano, insieme alla insufficiente crescita, a tale aumento».
In Molise, da 29mila ore di marzo si è passati alle 7mila di aprile (-76,4%). «Se entriamo nei numeri delle due province, quella di Campobasso ha praticamente azzerato da marzo ad aprile le proprie richieste, al contrario di Isernia che comunque ne ha usufruito con continuità. Sempre stando ai dati, possiamo ipotizzare – dice la segretaria regionale Tecla Boccardo – che grazie alla cassa integrazione ordinaria, l’unica richiesta, circa 40 persone non hanno perso il loro posto di lavoro». Il che vuol dire, prosegue, che per quanto i vari settori produttivi diminuiscano il loro accesso alla cassa, «comunque registriamo ancora delle forti necessità di sostegno nei nostri territori».
Perciò, conclude Boccardo, «bisogna individuare a livello nazionale un metodo che permetta l’accesso agli ammortizzatori sociali fin quando non diventino operative in Molise le iniziative imprenditoriali più significative, facendo sì che si incastri la fine delle misure di sostegno al reddito con la ripresa produttiva. L’auspicio è che nella riunione di mercoledì del partenariato, nella quale discuteremo i bandi per l’accesso alle agevolazioni per l’area di crisi e in cui metteremo sul tavolo le nostre osservazioni e i nostri suggerimenti, stabiliremo definitivamente i vari step da seguire, ufficializzando magari il cronoprogramma e avviando quel processo di ripresa che davvero rimetterebbe in moto il Molise».

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