Gentilissimo direttore,

La scena delle macchine in via Mazzini fermate dalle volanti della Polizia – alla quale ho assistito – mi ha lasciato una grande rabbia. Così come di quella famigliola molisana fermata a Capri e dei tanti (checché se ne dica) che continuano a violare le regole nonostante appelli di tutti i tipi e comunicazione che solo un imbecille non comprenderebbe. Già, un imbecille. Al quadrato, al cubo, all’ennesima potenza.

L’altro giorno, su una testata online, ho letto un articolo che invitava a rimodulare le parole e a non estendere il concetto di guerra a questa situazione di emergenza. Fare la fila, distanziati, per fare la spesa o approvvigionarsi di beni di prima necessità, non poter uscire o poterlo fare molto poco, non potersi avvicinare l’uno all’altro, che cos’è, se non uno status di privazione come quello causato da un conflitto bellico? Un mio zio, che ha vissuto in prima persona la Seconda Guerra Mondiale, fa spesso il raffronto con la situazione attuale e conclude sovente dicendo che, al di là delle privazioni economiche e del coprifuoco, nei sette anni di guerra c’era se non altro un senso di prossimità, di vicinanza, di tattilità interattiva con gli altri. Adesso neanche questo, dunque non capisco proprio quale parte della vicenda Covid-19 non sia chiara all’autore di quell’articolo.

Se è stato scritto questo, probabilmente si derubrica anche l’ordinaria follia di macchine in fila in via Mazzini (ma anche in via Cavour e via San Giovanni). Se è stato scritto questo, probabilmente si pensa che un sindaco che va nel parco a richiamare gente che gioca a pallone stia solo cercando il suo momento di celebrità. Se è stato scritto questo, probabilmente si pensa che un altro sindaco, che grida allo scandalo per la fornitura di mascherine prodotte localmente perché devono attendere MESI prima di avere l’approvazione dell’Istituto Superiore di Sanità, stia solo facendo inutile polemica.

A che cosa serve riempirci la bocca di belle parole e i nostri balconi di slogan da social se poi non seguiamo le più banali regole di tutela della nostra e dell’altrui salute?

In questa regione siamo già costretti a scontrarci quotidianamente con il flop della nostra sanità, con le mancate riattivazioni degli ospedali di Venafro e di Larino, con incapacità innegabili, con ostentazioni di onnipotenza totalmente fuori luogo, poi ci mettiamo anche del nostro nel peggiorare un tale status quo?

A rendere il quadro a tinte fosche ci pensa già la pandemia: non ingigantiamo il tutto con la nostra imbecillità.

Mi auguro che voglia dare respiro alle mie esternazioni e la ringrazio per l’attenzione.

Che Dio protegga l’Italia.

Augusto De Benedetti

Campobasso

6 Commenti

  1. Piersilvio Buffaldi scrive:

    C’è gente che ritiene di essere più intelligente di altri e fa queste bravate, in realtà dimostrando il loro infimo livello. Stangateli con sanzioni amministrative, senza se e senza ma! Sulla vicenda Covid-19, tuttavia, ci sono state e continuano ad essere enormi, incomprensibili contraddizioni. La prima è più grave è quella di aver vietato sic et simpliciter le celebrazioni liturgiche nelle chiese, senza provare neanche lontanamente a ragionare su: obbligo di sanificazione intensa delle stesse da riportare alle autorità locali, distanziamento di almeno tre metri tra i fedeli, obbligo di guanti e mascherine, nessun segno di pace, nessuna Santa Comunione, aumento del numero delle celebrazioni per avere sempre pochi partecipanti, ma dare al tempo stesso occasione a più persone di partecipare, streaming come seconda opzione per coloro che proprio restano fuori, ma non come regola indiscussa. Con tanto di benestare della CEI, che non si è neanche per un po’ soffermata a ragionare. Nel frattempo, code chilometriche davanti agli esercizi aperti, con scarso distanziamento e quasi assenti controlli, gente che continua a correre, via vai di auto anche se uno non deve andare a lavorare, al supermercato o in ospedale, consegne a domicilio, lavori illegalmente svolti a domicilio. Spiegatemi dov’è la logica! La risposta è: volontà mal celata di perseguitare la fede cristiana. Né più né meno. Ma è una battaglia persa, historia magistra vitae.

  2. Annamaria Palmieri scrive:

    Campobasso, lo sappiamo bene, ritiene sempre di aver capito tutto dalla vita. Ha capito a tal punto che si è spopolata, è priva di verde pubblico, ha un piano regolatore orrendo, un traffico totalmente incontrollato, un tessuto imprenditoriale all’osso. La vicenda Covid-19 è anche un richiamo a mettere un freno a certi comportamenti, una lezione sulla nostra finitezza. Siamo invasi di retorica in queste settimane, ma il vero punto da capire è: se nel 2020 il cosiddetto mondo progredito ha segnato una tremenda battuta d’arresto, ciò vuol dire che le certezze su cui si era basato non sono tali. Una certezza rimane, però: l’idiozia di chi ha continuato a congestionare via Mazzini. Peccato che dopo questo inutile momento di vanagloria anche quegli idioti sono stati costretti a tornare a casa e fare quel poco che ci viene concesso in questo periodo.

  3. Gianpaolo Mazzuccato scrive:

    Campobasso è ed è stata sempre una città che si fa venire l’orticaria quando sente parlare di regole. È un caso da analizzare e da curare. Che questa piaga del Covid-19 ci faccia tutti ravvedere, ci faccia tornare ai veri valori: spirituali, morali, etici, culturali. Basta con l’esilio di Dio, con l’offesa alla perfezione del suo creato, con l’esaltazione senza misura dell’uomo. Chissà se qualcuno ha ricondotto questa triste vicenda a un ammonimento… Buona Pasqua di Resurrezione.

  4. Gianluigi De Camillis scrive:

    Campobasso è una città sui generis, da sempre allergica alle regole, impastata di un vacuo senso di superiorità che sfocia nel nulla. Città che perde colpi, che non sa unirsi neanche quando c’è uno stato di oggettiva necessità, che non prende iniziative, ma che cura soltanto il proprio podere.
    Deprimente.

  5. Davide De Castris scrive:

    Piuttosto che scrivere frasi vuote come “andrà tutto bene “, insisterei senza sosta su sanzioni e controlli. Ci sono idioti che non vogliono perdere questa insana abitudine di esserlo, pertanto occorre combatterli. Occorre, come ha detto il governatore De Luca, mandare i Carabinieri con il lanciafiamme.

  6. Maria Giulia Castaldi scrive:

    Lettera perfetta per il periodo che stiamo vivendo e per la pletora di idioti che fa finta di non averne compreso la gravità. Sono gli stessi che in tempi non sospetti impiegano in modo vacuo il proprio tempo, in nome di un culto dell’io che non ha limiti. Attenti, quello che ci sta accadendo altro non è se non un ammonimento a ravvederci, a crearci altre priorità, a rimodulare la nostra sfera di valori. Se non lo abbiamo ancora capito, chiediamo ad un bravo psicanalista di ipersemplificare la spiegazione. Una bella Quaresima, non c’è che dire. Purtroppo tutto è avvenuto in un tempo sacro come quello pasquale, ma è un segno anche quello. Consiglio una lettura approfondita del profeta Daniele e una esegesi da parte di un bravo biblista. Buona Pasqua di Resurrezione (davvero questa parola cade a fagiolo)!

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