Come i pezzi da novanta del centrodestra, anche il governatore Paolo Frattura aspetta i risultati delle politiche. «Un dato certo» per arrivare meglio alla sintesi con cui il centrosinistra si proporrà ai molisani per le regionali del 22 aprile. Già, perché tra le altre cose, conferma che entro il 22 febbraio firmerà il decreto di indizione dei comizi per quella data.
«Un Pd che, mi auguro, raggiunga gli obiettivi che ci siamo dati potrà significare un ulteriore passo avanti verso l’ipotesi di sintesi del centrosinistra», aggiunge.
Le schermaglie di oggi potrebbero essere un lontano ricordo domani. Un mese, ai tempi della politica 4.0 – il riferimento è proprio al piano di investimenti sulle imprese che stanno o vogliono stare ‘avanti’ – vale quanto un’era geologica.
Ma oggi si impone il ritorno sulla scena di Antonio Di Pietro. Il figlio Cristiano pubblica su Facebook il simbolo di ‘Grande Molise Di Pietro presidente’. Quindi, l’ex ministro si candida? E con chi? E Frattura a quel punto cosa farà?
Tante domande. Il presidente in carica a quelle che lo riguardano risponde così: «Sapete l’affetto, la stima e la considerazione che ho per lui. Sarebbe un ottimo candidato presidente, come allo stesso modo mi sono battuto e ho sostenuto la sua candidatura per il Senato in Molise. E se ho sostenuto la sua candidatura a senatore, non credo che poi possa cambiare idea nel momento in cui – qualora dovessi essere anch’io alla presidenza della Regione – potrei diventare un suo competitor o confermare la nostra alleanza». Riavvolto il nastro, Frattura non ha detto che si tira indietro. Né che pensa di aver perso un alleato. Quindi, se Di Pietro fosse il candidato governatore lui non sarebbe in campo? «Ho sempre detto che la cosa che più mi carica di entusiasmo per la prossima tornata è il centrosinistra unito. Avevo detto che sarebbe stato il caso, visto che pure Ulivo 2.0 ha un proprio candidato e finalmente – per quel che leggo – lo sapremo il 25, di fare le primarie. Non potendo farle primarie, discutere per capire chi più di altri faccia sintesi e dia garanzie per la potenziale vittoria».
Non chiude la porta in faccia nemmeno a Rialzati Molise, non lo sconvolgono le prese di posizione di Patriciello e Pietracupa: sono di Forza Italia e lo erano pure nel 2013, dice. Cinque anni fa fu un’alleanza programmatica a vederlo leader, su quella punta ancora.
Ma tornando a Di Pietro, tono assolutamente diverso da parte di Danilo Leva, che insieme a Ruta aveva chiesto all’ex pm di guidare il centrosinistra: «Suo figlio Cristiano ha avallato ogni decisione di Frattura e del suo governo magnificandone finanche i risultati. In questi anni proprio Tonino Di Pietro non ha mai speso una sola parola a favore della sanità pubblica, del lavoro, mai una sola battaglia per riaffermare i valori del centrosinistra. Solo perché scartato alle elezioni politiche – accusa l’onorevole candidato di LeU – da Renzi e Frattura reagisce. La politica è una cosa seria e non si fa solo per convenienza. Magari se fosse stato candidato alle politiche con il Pd sarebbe andato bene pure Frattura come candidato presidente».
Nel tardo pomeriggio, parla lui. Tonino Di Pietro. E ribadisce a Leva «e agli amici molisani ciò che ho già avuto modo di precisare in mille altre occasioni (anche a lui personalmente quando mi chiese di candidarmi con Liberi e Uguali): sono disponibile a dare una mano per ritrovare un po’ di unità al centrosinistra nelle forme e nei modi che insieme – con un po’ di reciproca umiltà – potremmo trovare. È solo per questa ragione che ho anche dichiarato e ribadisco che, se proprio necessario, sono disponibile a partecipare con una mia apposita lista all’interno della coalizione ed anche a impegnarmi personalmente a candidarmi alla presidenza se ciò potesse servire per trovare una sintesi e non già a spaccare ulteriormente il centrosinistra.
Se però ancora una volta ognuno si avvicina al tavolo offendendo gratuitamente l’altro allora tutto diventa più difficile. Io però continuo a sperare che dopo le elezioni nazionali ci sia una maggiore disponibilità reciproca al dialogo».

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