Il quadro è completo, i mal di pancia evidentemente sono passati. Da ieri, 11 settembre, Quintino Pallante è il sottosegretario alla presidenza della giunta regionale.
Lo ha nominato il governatore Donato Toma con decreto, come prevede lo Statuto dopo le modifiche approvate nella passata legislatura e promulgate da Toma.
Assessore a metà, nel senso che è senza delega e non percepisce indennità aggiuntiva a quella di consigliere, la casella del sottosegretario finora era rimasta vuota. Tocca a Fratelli d’Italia, si decise all’esito di un paio di riunioni di maggioranza fisiologicamente lunghe e travagliate. Ma Fratelli d’Italia ambiva a un assessorato vero (il coordinatore regionale Di Sandro, rimasto fuori dal Consiglio, lo rivendicava per sé ma lo stesso Pallante non aveva nascosto il disappunto per quella che il partito di Meloni considerava una violazione del patto pre elettorale). Dopo la composizione della giunta, a Pallante andò la presidenza della IV Commissione.
Il sottosegretario partecipa alle sedute della giunta, pur non facendone parte, senza diritto di voto.
Può essere incaricato dal presidente di seguire specifiche questioni e ha facoltà di riferire direttamente su argomenti riguardanti le funzioni che gli sono attribuite. Infine, può essere delegato a rispondere a interrogazioni davanti al Consiglio regionale. Non percepisce indennità aggiuntiva (come invece è previsto per presidenti di giunta, Consiglio e commissione, assessori e capigruppo) ma ha diritto allo staff come i componenti dell’esecutivo. Il che, è la critica per esempio del Movimento 5 Stelle, significa che con la nomina lievitano i costi della macchina amministrativa e politica.
Dalla prossima seduta, alle riunioni dell’esecutivo di via Genova saranno in sette: il governatore, i cinque assessori e il sottosegretario.
Intanto circolano già le voci sulla presidenza della IV Commissione: all’inizio destinata a Calenda (Lega) che ora però è segretaria della presidenza, si dice che possa andare a Paola Matteo (Orgoglio Molise). Ma pure altri nomi potrebbero entrare in gioco. Nel caso che si decidesse di chiedere un passo indietro a Pallante. Perché, fa notare qualcuno, l’incompatibilità fra sottosegretario e altri incarichi formalmente non è sancita.

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