Linee di indirizzo, tempistiche, strategie e priorità di intervento. Oltre, naturalmente, alle distinte competenze di Angelo Giustini e Ida Grossi – nominati dal Cdm rispettivamente commissario e sub – che così potranno iniziare a lavorare concretamente appena dopo Natale.
È in agenda oggi a Roma il vertice operativo con i rappresentanti dei ministeri dell’Economia e della Salute che affiancano la Regione nel percorso di uscita dal piano di rientro dal debito in sanità. I Ministeri che hanno deciso chi inviare in Molise per la gestione concreta del piano.
Appena dopo la riunione si capirà meglio anche quando Giustini, medico e generale in congedo della Guardia di Finanza, e Grossi, che ha diretto fino a giugno l’Asl di Asti, si insedieranno. Presto, sembra di capire, nei prossimi giorni.
Un ruolo importante intende giocarlo anche la delegazione parlamentare dei 5 Stelle, che ha seguito passo passo la lunga e travagliata successione all’ex presidente Frattura (che era anche commissario). Nel pomeriggio di oggi il senatore Luigi Di Marzio incontrerà Giulia Grillo (e probabilmente anche la struttura commissariale). La sua è stata finora l’unica voce fuori dal coro, mantiene la posizione critica sul percorso che ha portato alle nomine, pronto a rivederla quando avrà davanti i risultati e le mosse dei commissari, ma prima di averli davanti non scioglie la riserva.
Un’interlocuzione con Giustini e Grossi è in calendario anche per gli altri deputati e senatori pentastellati. Antonio Federico ci tiene a precisare che i due partiti che sono al governo hanno condiviso entrambi i nomi: l’indicazione leghista per Giustini e pentastellata per Grossi fin qui ha pesato nelle ovvie semplificazioni giornalistiche e non. Non è stata una decisione per compartimenti, assicura Federico, in cui ognuno ha scelto il suo. «A noi interessa ora che la struttura commissariale possa lavorare al meglio possibile per la sanità molisana», spiega il deputato campobassano. Sarà importante, a suo parere, dare «risposte chiare alle due, tre domande che i tavoli tecnici hanno sempre posto in questi anni ai precedenti commissari, che erano i presidenti Iorio e Frattura, risposte che evidentemente non sono state date finora. Mi riferisco al rapporto con i privati, le convenzioni, l’integrazione Cardarelli-Cattolica. Mi auguro che con una struttura commissariale completamente tecnica ora le cose possano cambiare da questo punto di vista».
Dopo la tregua siglata nella call conference fra la ministra Grillo e il governatore Toma, i toni tornano a farsi più netti. Quanto alla richiesta del presidente di istituzionalizzare una collaborazione con il commissario ad acta modificando la delibera del Consiglio dei ministri o comunque formalizzando la possibilità per il vertice di Palazzo Vitale di essere coinvolto nelle riunioni del tavolo tecnico, Federico per esempio è tranchant: «La Regione è già rappresentata al tavolo tecnico dalla direzione generale Salute. Alcune convenzioni, quelle con i due principali erogatori, le sottoscrive la Regione e non l’Asrem. Quello a cui partecipano i dirigenti dei ministeri dell’Economia e della Salute è un tavolo tecnico e non politico». Sulla collaborazione richiesta, in via più generale, il deputato non chiude. Ma ribadisce: «Adesso mi interessa soprattutto che la struttura commissariale possa lavorare al meglio possibile».
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