Toni affatto accesi ma giudizio – politico – senza appello. Il Movimento 5 Stelle racconta il 2019, nel corso della consueta conferenza stampa di fine anno che si è tenuta ieri mattina a Palazzo D’Aimmo.
Ne definisce i contorni politici basandosi su quanto non fatto, sulle azioni non intraprese, sulla mancanza di vision programmatica e di strategia: un deja vu, dice Angelo Primiani. Perché il 2019 dell’Esecutivo Toma è iniziato con un rimpasto di giunta e finisce in maniera identica. E in mezzo, nei 365 giorni che lo hanno composto, nulla o quasi. «Per noi – attacca Andrea Greco – è stato un anno di proposte. Ci proviamo sempre a portare buone idee nelle istituzioni. Ma la maggioranza si è dimostrata troppe volte sorda: tutte le nostre leggi ferme in Commissione, la maggior parte delle proposte cade nel vuoto. Non c’è un soggetto politico con il quale confrontarsi, la maggioranza è un insieme di persone che non dialogano fra loro, senza una linea comune: non riusciamo ad interfacciarci con questo soggetto politico, troppo variegato per poter capire le esigenze del Molise». Un anno di spartizioni di poltrone, dice ancora. «Siamo fuori da tutti i Cda che contano. Questa è una maggioranza vorace, che tende a fagocitare qualsiasi posizione e lo fa anche a scapito delle minoranze che devono essere rappresentate, per tutelare i cittadini che ci hanno scelto. Ma questo schema non li ha assolutamente aiutati: in controtendenza con quanto accade in Italia, noi cresciamo». E ricorda l’ascesa 5 stelle al Comune di Campobasso, il risultato di Termoli e di altre amministrazioni. Il fallimento del centrodestra parla di sanità, ricorda ancora citando il mancato trasferimento dei fondi così come denunciato dal commissario Giustini «che ha sortito solo una replica scomposta di Toma». Non solo nomine e poltrone, entra nel ragionamento anche l’attività consiliare. «Cinquanta sedute del Consiglio sembrano tante ma in realtà quasi la metà si poteva evitare – il ragionamento di Vittorio Nola -, vi invito a riflettere sul costo di ogni singola assise. Proprio per la carenza di risorse che lamentiamo in tutti i settori – siamo pieni di debiti, è evidente – credo che il bilancio di previsione del Consiglio debba essere diminuito. Ormai sembra una “mega direzione relazioni esterne”, si comunica solo, senza tenere conto della necessità di implementare le strutture: con la collega Manzo, nell’Ufficio di Presidenza, abbiamo più volte posto il tema del rinforzamento, come ad esempio per il legislativo, perché tutte lamentano un deficit. Bisogna impostarle in maniera adeguata, sia quelle che afferiscono al Consiglio sia quelle che si riferiscono alla Giunta. C’è uno scollamento evidente: le strutture non si parlano e questo ne rallenta l’operatività». Rimarca Nola anche gli impegni assunti dal presidente Toma dietro precise sollecitazioni del Consiglio regionale di cui non si ha alcun riscontro. La centrale turbogas di Presenzano, per dire. «Avrebbe dovuto portare il nostro no in Conferenza Stato-Regioni. A distanza di oltre un mese, non abbiamo notizie. Per questo invieremo la richiesta al Prefetto di Isernia perché, in assenza dell’iniziativa di Toma, chiediamo sia istituito con urgenza il tavolo tecnico per affrontare le questioni di salute e ambientali». Il focus di Angelo Primiani è centrato sul tema del dissesto idrogeologico, «mai affrontato, nemmeno di striscio», sui ritardi accumulati «visto che altrove si affrontano i bilanci di previsione noi, ancora una volta, siamo in esercizio provvisorio coni ritardi nei pagamenti che ne conseguono», sulla mancata programmazione dei nuovi fondi europei. «Un anno di immobilismo, di litigiosità dove l’unico interesse è stato quello di spartirsi delle poltrone. Quale l’idea per Molise Acque e Molise Dati, le più importanti partecipate della regione? Il più grande fallimento – incalza- è proprio nel non aver offerto una speranza a chi vuole restare». I lavori dell’Aula nel ragionamento di De Chirico. «Abbiamo approvato leggi che erano obbligatorie, altre per cambiare una sola parola – ironizza – mentre il resto passato al vaglio del Consiglio è a trazione 5 stelle, come la norma sul ricalcolo dei vitalizi. Cinquanta sedute con gli assessori muti, ma che cosa vengono a fare allora?» si chiede. Nell’elenco dei fallimenti anche trasporti e turismo. «Un lavoro lungo 18 mesi bocciato su tutta la linea, ci aspettavamo le dimissioni di Niro» dice Primiani riferendosi alla norma sul trasporto pubblico locale. E poi l’innevamento artificiale fuori servizio «mentre parliamo di turismo, con un piano costato migliaia di euro ma vuoto, un esercizio di stile pieno di proclami e viaggi costosi». E ancora l’attenzione mancata da parte dell’Esecutivo e del Consiglio sui 600 precari storici. Un anno economicamente oneroso ma senza risultati utili per il futuro. «Mentre noi abbiamo restituito 230mila euro in 18 mesi – ricordano – il presidente ha negato di nuovo l’accesso agli atti sulle carte di credito della giunta».

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