Quindici fra funzionari ministeriali e carabinieri del Nas entrano in Regione in tarda mattinata. Ovviamente non passano inosservati. Ascoltano per un’ora e mezza il presidente Donato Toma, commissario della sanità. Stesso tempo per l’audizione della dg Salute Lolita Gallo e del prof Guido Maria Grasso, che è a capo del nucleo istituito dall’Asrem per i controlli sull’appropriatezza delle prestazioni (per capirci il nucleo che si è recato non molto tempo fa al Gemelli per le verifiche sulla radioterapia). Chiusa l’ispezione, produrranno una relazione con indicazioni e prescrizioni, come avviene sempre in questi casi.
«Avevano la necessità di acquisire dati conoscitivi maggiori rispetto a relazioni fatte da noi commissari», spiega Toma per smorzare la sensazione – trapelata nonostante lo stretto riserbo da Palazzo Vitale – che il clima sia stato inquisitorio.
Lo stesso governatore, in più di un’occasione pubblica, ha rivendicato di aver messo mano a situazioni mai affrontate prima in sanità e di essere il primo commissario ad aver avviato i controlli su quanto fatturato dalle cliniche private. Evidente, poi, la difficoltà in cui versano gli ospedali pubblici. Come lo sono le frizioni proprio con le strutture convenzionate. L’arrivo di inviati del ministero della Salute, del Mef e di Agenas insieme a militari del nucleo specializzato dell’Arma fa pensare a un contenzioso da dirimere, quanto meno a una richiesta di arbitrato.
Toma conferma che la richiesta di “aiuto” – se si può così dire – è partita da lui. Con relazioni sullo stato dell’arte e con l’esigenza di meglio organizzare il lavoro per il fabbisogno e i tetti di spesa, ma anche per gli accordi di confine e in linea generale per la programmazione utile ad attuare il piano di rientro dal debito. Tra le altre questioni affrontate, riferisce il presidente, i flussi di pagamento.
In merito alle contestazioni adombrate rispetto alle prestazioni di radioterapia del Gemelli dopo rilievi dei tavoli tecnici, che pure sono state oggetto del confronto con il nucleo giunto dalla Capitale, Toma ricorda di avere già una relazione di Agenas. Presuntivamente, il fabbisogno per quella disciplina, sarebbe di 2,7 milioni. Al centro ogni anno la Regione affida, col budget, due milioni in più. Anche se i legali del Gemelli, a margine dell’udienza che si è svolta al Tar l’11 gennaio hanno rivelato che invece Agenas mette su carta una “forchetta” che va da 2,7 milioni alla cifra finora riconosciuta alla struttura.
Una questione perniciosa e dall’esito non scritto. Ma che avrà una sua prima definizione a breve. Toma e il sub commissario Papa, infatti, hanno annunciato (e Toma lo ribadisce anche adesso) che entro la prossima settimana saranno proposti alle cliniche i budget e i contratti per il 2023. Dal nucleo che ieri è stato “in visita” a Palazzo Vitale si aspetta indirizzi precisi. Se sui tetti di spesa non ci saranno indicazioni diverse nella relazione, dice, utilizzerà i documenti che ha già a disposizione. Ma indirizzi precisi se li aspetta anche, più in generale, sulla metodologia per stimare il fabbisogno di salute e per effettuare i controlli. «Di sicuro – conclude – l’attività di questo nucleo per noi è positiva, ci dà una grossa mano a programmare meglio le cose da fare per la sanità».

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