“Proteggiamoci dal caldo. Dieci semplici regole per un’estate in sicurezza”, è il titolo del banner che campeggia sul sito dell’Asrem (www.asrem.molise.it). La prima dovrebbe essere: evita di ricoverarti nei reparti infuocati del Cardarelli di Campobasso…
Sarcasmo fuori luogo? Viene naturale se nell’estate più arroventata di sempre “piovono” segnalazioni sulle temperature infernali degli ospedali pubblici mentre non c’è alcuna traccia, quanto meno pubblica, dell’attivazione da parte dell’azienda del Piano caldo disposto dal ministro Schillaci. Contro Caronte, solo il banner a uso e consumo degli utenti (ma poi quanti sono?) del sito e della homepage del portale internet.
Prima di inserire i consigli anti colpi di calore (tra l’altro limitandosi a inserire il link alla sezione dedicata di quello del ministero della Salute) l’Asrem forse avrebbe dovuto preoccuparsi di verificare le condizioni delle proprie strutture ospedaliere a tutela dei pazienti e del personale.
Medicina interna, chirurgia, urologia: in queste unità operative del Cardarelli di Campobasso, denuncia Sonia Lepore (segretario regionale del Nursind Molise) l’impianto di condizionamento non c’è. E non sono i soli casi naturalmente. Anche in ginecologia e ostetricia, per esempio, non è passato inosservato in questi giorni l’andirivieni di familiari costretti a portare alle neo mamme ventilatori da casa. Dai reparti, a quanto risulta, sono state inoltrate e sollecitate richieste alla direzione sanitaria affinché si intervenga. Non sono note al momento i risultati delle interlocuzioni, se ci sono state, con il commissario straordinario Evelina Gollo. E così il sindacato ha deciso di alzare il tiro. Far “esplodere” il caso sulla stampa sperando di spezzare un inconcludente rimpallo di responsabilità che sta costando davvero troppo ai malati e a chi deve curarli. «Le condizioni dei malati allettati con il caldo estremo di questi giorni sono preoccupanti e lo stesso vale per il personale costretto a lavorare con temperature elevatissime nei reparti. È notizia di qualche giorno fa – ha ricordato Sonia Lepore – che l’aria condizionata era stata ripristinata a Termoli ma al Cardarelli in alcuni reparti quali la chirurgia, la medicina, l’urologia manca proprio». Un problema, ha proseguito dopo aver inviato una formale protesta ai vertici dell’ospedale e dell’azienda sanitaria, che «va risolto in tempi rapidi, almeno con soluzioni tampone lì dove manca l’impianto. Non si può tenere malati e lavoratori in condizioni così precarie».
r.i.

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