Quattro posti di terapia intensiva con percorsi covid separati per i pazienti che hanno bisogno di rianimazione. Gli altri, che non avranno bisogno di cure intensive, «saranno indirizzati al Cardarelli di Campobasso individuato, come noto, quale hub per i covid». Sono le operazioni che il Neuromed sta per mettere in campo e le azioni che seguiranno, «una volta concluse le procedure di sanificazione». L’aggiornamento sulla gestione del cluster di Pozzilli, che è stato all’origine della dichiarazione di zona rossa per il paese e per la vicina cittadina di Venafro, conferma che i pazienti positivi – ricoverati in Neuroriabilitazione – sono 9, nessun nuovo caso positivo, e sono asintomatici. Così, la nota dell’Irccs.
Martedì, fanno sapere sempre da Pozzilli, si è tenuto un incontro al Neuromed con esperti infettivologi dell’azienda ospedaliera dei Colli – ospedale Cotugno di Napoli dal quale «è emersa una assoluta concordanza su tutte le procedure adottate dal personale sanitario dell’istituto, sia prima che dopo la scoperta dei pazienti positivi al tampone da covid-19».
Il giorno dopo inoltre la riunione con direzione Salute della Regione in cui è stato trovato un accordo per i pazienti positivi che hanno bisogno di terapia intensiva. Il Neuromed, come già detto,
una volta concluse le procedure di sanificazione, allestirà quattro posti letto di terapia intensiva con percorsi covid separati. Mentre coloro che non hanno bisogno di rianimazione saranno indirizzati a Campobasso.
In questo modo, l’Irccs potrà riprendere la sua attività quale struttura di eccellenza nel settore delle Neuroscienze per pazienti non covid: gli ictus, i tumori al cervello purtroppo non sono spariti a causa dell’emergenza coronavirus e l’insistenza della direzione del Neuromed nel sollecitare ad Asrem e Regione una soluzione per i positivi era dettata anche da questo.
Da oggi, inoltre, dalle 9 alle 18 è attivo il numero verde 800.592.139 a cui i cittadini potranno rivolgersi per eventuali informazioni e chiarimenti legati al Neuromed in relazione all’emergenza covid-19.
Da metà febbraio, ripetono da Pozzilli, l’Irccs aveva adottato progressive misure di prevenzione per pazienti e personale e dal 12 marzo sono state annullate le visite dei familiari ai ricoverati, da allora si accede alla struttura inoltre solo previa misurazione della temperatura corporea.

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