Sono passati pochi giorni dalla manifestazione pubblica di Carpinone in favore del ripristino della tratta ferroviaria Sulmona-Carpinone. In quella sede, amministratori regionali e locali di più regioni, dirigenti sindacali, esperti e rappresentanti dell’associazionismo hanno ascoltato diverse proposte per rilanciare la linea, tra cui anche quella avanzata da Pasquale Di Nardo, legale rappresentante della Ferrovia Adriatico Sangritana, che ha suggerito il coinvolgimento di una società ferroviaria controllata dalla Regione Abruzzo.

Oggi, l’Associazione Nazionale degli Ecologisti Democratici, insieme alle proprie strutture di coordinamento regionali dell’Abruzzo, del Molise e della Campania, è tornata a parlare di questa proposta. “All’interno di una scelta strategica nazionale di rilanciare il trasporto su ferro, così come emerge dall’Accordo di Programma firmato il 15 dicembre 2011 tra il Governo Monti e le otto Regioni del mezzogiorno, si tratta di valorizzare i collegamenti ferroviari per spostare merci e passeggeri anche nelle aree interne, appenniniche e montane, senza concentrare tutti gli investimenti solo sulle direttrici dell’alta velocità e delle città più importanti della fascia costiera. A tal proposito la tratta ferroviaria Pescara-Napoli con passaggio a Sulmona, Carpinone, Bojano e Benevento, può e deve essere rilanciata per assicurare un servizio a quelle comunità che vivono sulla dorsale interna”.

“Per alcune parti del collegamento c’è già stata una ricognizione tecnica sui 129 Km della linea Sulmona-Carpinone da parte della società Ferrovia Adriatico Sangritana interessata a veicolari flussi turistici dalla costa verso le aree del Parco Nazionale e delle stazioni sciistiche dell’Appennino, oltre che a curare il trasporto merci per le grandi aziende interessate ad abbattere i costi utilizzando le ferrovie e non il trasporto su gomma. Se le tre Regioni valorizzano l’Accordo di Programma col Governo e si collegano alla direttrice rapida Napoli-Bari presso la scalo ferroviario di Benevento, si può rilanciare una modalità di trasporto ecologica, economica e in grado di rivitalizzare le aree montane che hanno mille potenzialità di sviluppo”.

“Onde evitare che l’interessante confronto del 3 marzo resti negli archivi di riflessioni senza seguito, è opportuno che le istituzioni nazionali e regionali, le Ferrovie dello Stato coi compartimenti di Ancona e di Napoli, Trenitalia e RFI, le organizzazioni sindacali, le associazioni dei consumatori, le province e i comuni, si adoperino per sollecitare risposte concrete che non riducano l’Italia alla Frecciarossa della Roma-Milano in un tempo di percorrenza di 2 ore e mezzo costato 2,5 miliardi di euro. C’è un territorio nazionale che attende politiche, servizi e opportunità”.

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