Oggi è un giorno importante per la comunità lgbt: ricorre, infatti, la giornata internazionale contro l’omotransfobia. Per l’occasione l’Arcigay Molise presenterà questo pomeriggio, alle ore 18, il film “La Diseducazione di Cameron Post”, evento di cineforum presso il Circolo letterario Beatnik in via Pietrunto a Campobasso. La data scelta non è casuale. Il 17 maggio 1990, infatti, è la data in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rimosso dalla lista delle malattie mentali l’omosessualità. Nel 2007 il 17 maggio viene riconosciuta come Giornata Internazionale contro l’Omofobia. La diseducazione di Cameron Post è un film basato sul best seller omonimo di Emily Danforth, che ha rivelato l’esistenza di queste realtà “educative” tollerate dalle autorità statunitensi, anche se al loro interno i diritti umani diventano “privilegi” da conquistarsi al prezzo della negazione della propria identità.
Cameron Post è una studentessa di liceo con un grande segreto: la cotta per l’amica Coley, della quale nessuno deve venire a conoscenza, poiché da quando i genitori della ragazza sono morti lei è cresciuta con la zia Ruth, assidua lettrice della Bibbia convinta che l’omosessualità sia una malattia. Quando dunque Cameron viene scoperta con Coley durante il ballo di fine anno, zia Ruth la spedisce dritta dritta al God’s Promise, un centro religioso di “diseducazione” all’omosessualità.
Un film dunque che aiuta a riflettere e a porre fine al concetto di odio verso la comunità lgbt.
Intanto sulla piattaforma buonacausa.org, prosegue con successo la raccolta fondi per finanziare la seconda edizione del Molise Pride in programma a Campobasso il prossimo 27 luglio. La cifra, infatti, ha toccato quasi la metà del budget necessario alla realizzazione della manifestazione.

2 Commenti

  1. Annamaria Palmieri scrive:

    Non capisco in alcun modo questo appassionamento per un tema del genere, pur avendolo osservato da una molteplicità di prospettive. Queste persone hanno una grande confusione in testa, tutto lì, e quando si organizzano in parate lo fanno solo per provocazione, tanto è vero che in più di un caso usano cartelli offensivi contro il sentimento religioso ed il pubblico pudore. Vogliono collettivizzare la ridicolizzazione dell’essere umano e lo stile di vita alla mercé di passioni o reazioni scomposte a situazioni di vita che si tenta di “risolvere” con atteggiamenti del genere. Quello che è accaduto a Verona in occasione del Congresso Mondiale delle Famiglie è condannabile e perseguibile: i cartelli blasfemi andavano ritirati e le persone che li aizzavano perseguite penalmente, dato che il nostro codice penale, attraverso l’articolo n. 403, lo prevede.
    E i disabili? Perché non si parla di intolleranza nei loro confronti e non si organizzano sit-in e manifestazioni o petizioni? Si utilizzano termini roboanti senza neanche capire da dove derivino e quale sia il loro reale significato, molto semplice. Ritorniamo in noi stessi!

  2. Ermanno Suffia scrive:

    Ma fatevi curare, gente che non conosce se stessa e si odia!!

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