Qualcuno ringrazierà la crisi idrica di metà giugno, che ha prodotto una svolta improvvisa, quella attesa da anni: un colpo di scena e mentre nelle piazze dei comuni del basso Molise ci sono le autobotti per sopperire alla carenza idrica, l’acquedotto molisano centrale entra in funzione a Larino dalla notte tra domenica e lunedì per sopperire alla crisi idrica degli ultimi giorni. Accelerate tutte le prove tecniche e le azioni propedeutiche all’allaccio, che per quanto riguarda la città frentana era stato annunciato nella prima parte di giugno. Una decisione che la struttura di Molise Acque, di concerto con la Regione Molise, ha preso per andare incontro alle esigenze della popolazione e dell’utenza non domestica. L’allaccio, a cascata, ha riguardato anche Ururi, San Martino in Pensilis, Portocannone e Campomarino. Comuni come San Giacomo degli Schiavoni, Termoli, Petacciato e Montenero di Bisaccia vedranno l’allaccio nei prossimi giorni. Intanto, il guasto all’impianto di potabilizzazione della diga è stato risolto parzialmente, occorreva ancora attendere la fine del ciclo di pulizia, che sarebbe avvenuto nella notte. Ore contate, dunque, per i disagi nei centri del basso Molise. Inoltre, da informazioni prese alla Regione Molise, ci sarà anche un inasprimento dei controlli per evitare che venga usata l’acqua potabile a scopo irriguo, se ci saranno comportamenti non consentiti, arriveranno anche le sanzioni. Intanto, polemiche a non finire e lagnanze da parte dei residenti. «Non esce una goccia d’acqua, da molte ore, non abbiamo più nemmeno quella dell’irrigazione. È inconcepibile, ho mio figlio disabile, ha 21 anni, non posso nemmeno lavarlo». Lo sfogo di una donna, A. C., che abbiamo già ospitato da contrada Ramitelli a Campomarino, per altre vicende sulla nostra testata, dopo la crisi idrica che ha coinvolto tutto (o quasi) il basso Molise, a causa del guasto all’impianto di potabilizzazione del Liscione. Arriva l’estate e comincia a scarseggiare la risorsa idrica, potrebbe essere normale, ma siamo reduci da una primavera bizzarra che ha proposto a maggio neve in montagna e pioggia ovunque, con basse temperature rispetto alla media stagionale. Certo, il danno è stato provocato da noie tecniche, non problemi di approvvigionamento, ma non dimentichiamo che appena poche ore prima del dispaccio con cui Molise Acque ha comunicato a otto comuni, da Larino a Termoli, da Ururi a San Martino in Pensilis, da Portocannone a Campomarino e da Petacciato a Montenero di Bisaccia, la sospensione del flusso idrico fino a riparazione avvenuta, c’era stata un’altra disposizione con riduzione del flusso idrico del 20% proprio per condizioni climatiche e di tutela della stessa riserva del Liscione. Sui social c’è stato subito un tam-tam di critiche, corroborate dalle prese di posizione di alcuni amministratori locali e tutti hanno considerato l’assurdità di un Molise ricco di acqua, che drena le proprie risorse ad altre regioni e poi rimane, sempre, irrimediabilmente nelle secche della siccità. Basso Molise a secco. Solo a Termoli non ci sono state conseguenze, anche per l’ausilio proveniente dal Cosib, a cui la Crea gestioni srl si è rivolto, ma altrove le criticità sono notevoli. «È da ieri che stiamo portando acqua a San Martino e Portocannone, in tarda mattinata all’ospedale Vietri di Larino», dichiarazioni che abbiamo raccolto dal Governatore della Misericordia Romeo Faletra, con la Protezione civile della Misericordia di Termoli sempre presente a ogni chiamata. Ma l’umore dei residenti nei paesi a secco è nero. Molise Acque sta erogando un flusso minimo, che non riesce a soddisfare i bisogni delle collettività e allora via alle autobotti. Tra le testimonianze raccolte, quella di un residente a Portocannone. «Se l’emergenza è dovuta alla non potabilizzazione, erogatela ugualmente solo per un uso igienico e non da bere. Un conto è cucinare con l’acqua in bottiglia, un conto è per gli altri usi. E poi mi chiedo, siamo solo all’inizio dell’estate e con poche presenze turistiche, cosa accadrà a luglio/agosto? Ci teniamo anche quest’altro disservizio? Una volta i servizi erano perlomeno garantiti, dall’acqua alla sanita, ora non più. È assurdo avere un sistema “medievale” di un servizio distribuzione di un bene prezioso».

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