Michele Coralbo ha scoperchiato il pentolone, l’assessore Chierchia frena, il capogruppo dell’Udc Ambrosio rincara la dose. Come previsto sulla demolizione dell’Ariston. “Tre piani interrati a parcheggi da 1.160 metri quadri ognuno e otto piani fuori terra di cui due per utilizzo commerciale (da 1.800 metri quadri complessivi) e sei ad uso residenziale e uffici (da 840 + 70 metri quadri per ciascun livello) per complessivi 39.730 metri cubi (10.260 parcheggio, 6.355 commerciale e 23.115 residenziale) sono i numeri – sottolinea nella sua nota il capogruppo dell’Udc – dell’intervento edilizio presentato il 17 febbraio e che andrebbe a sostituire lo storico Ariston.
Uno dei pochi esempi di architettura di pregio – rimarca – di rilevanza storica oltre che sentimentale, da preservare e che invece verrebbe abbattuto privando la città di 70 anni di ‘vita’ per fare posto a garage, appartamenti e locali commerciali, violentando l’attuale contesto urbanistico a suon di cemento armato”. Poi Ambrosio lancia l’appello ai proprietari dell’Ariston “Affinché venga impedita anche la sepoltura dei loro sacrifici della loro storia racchiusa in quel teatro, la cui sorte è comunque ancora condizionata dall’iter che la Soprintendenza ha avviato per il riconoscimento del notevole interesse culturale dell’Ariston. Un bene – suggerisce Ambrosio – che deve essere acquisito al patrimonio comunale con l’aiuto della Regione, ma anche attraverso un azionariato popolare o una cordata di imprenditori che vogliano valorizzarlo, e con cui il Comune deve attivare da subito un tavolo di confronto e di mediazione”. Intanto l’assessore Chierchia prova a fare chiarezza e risponde alle accuse mosse ieri l’altro da Coralbo. “Le parole e il silenzio sono valori che io coltivo allo stesso livello: sono valori che permettono che si lavori per restituire dignità ad una città, quello che sta facendo l’attuale maggioranza. Devo constatare, però, che per qualcuno (ancora in cerca di leadership e consensi) la campagna elettorale è ancora in corso e provo a dare sintetiche risposte alle cinque domande rivoltemi da Coralbo: 1) La proposta delle centrale a biomasse non era assolutamente in giacenza presso il mio assessorato: il tempo di essere ricevuta dalla struttura e sono state messe in campo tutte le procedure pubbliche; 2) Il mio assessorato si sta occupando di riqualificazione urbana con i tempi che la macchina amministrativa (a sua volta in corso di riorganizzazione) prevede; 3) La complessa e decennale questione territoriale è il cuore delle nostre linee programmatiche; 4) Nessun segreto sull’ex Modernissimo che cambiò destinazione d’uso oltre un ventennio fa e per il quale un primo progetto di demolizione e ricostruzione fu approvato, ma non realizzato già 4 anni fa ed ora ripresentato da altro soggetto attuatore; 4 bis Nessun segreto per l’Ariston per cui è stato richiesto un intervento di demolizione e ricostruzione in base al Piano Casa: la richiesta è ad oggi in esame, ma comunque è già stato avviato dalla Soprintendenza un provvedimento di vincolo come immobile di notevole interesse culturale”.

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