Sul caso sono tutt’ora in corso le indagini dei Carabinieri di Campobasso e dunque vige il più stretto riserbo. Per il momento l’unico elemento certo è la denuncia depositata nella caserma di via Mazzini da un 40 enne foggiano ma residente da anni a Torino: nella notte tra sabato e domenica scorsi sarebbe stato violentato da un suo coetaneo di Campobasso nella sua casa in campagna. I due si sarebbero conosciuti su Facebook: messaggi e conversazioni sempre più frequenti in chat fino all’invito partito dal campobassano – un professionista che lavora in una clinica della regione – a visitare il Molise. I due – sempre secondo il racconto che la presunta vittima ha fornito agli inquirenti – hanno trascorso insieme la giornata di sabato, poi, in serata, si sono spostati nella casetta in campagna in un comune dell’hinterland. Lì si sarebbe consumata la violenza. Prima le avances, poi, di fronte al rifiuto, il professionista campobassano avrebbe sbarrato la porta di casa costringendo il coetaneo ad avere un rapporto sessuale.
Questo il racconto della vittima che dopo essere fuggito dalla casa in campagna ha raggiunto la caserma e sporto denuncia per sequestro di persona e violenza sessuale. Le indagini dell’Arma sono partite immediatamente: i carabinieri hanno anche effettuato un sopralluogo nella villetta ‘incriminata’. I militari hanno poi ascoltato la versione del campobassano che ha negato tutte la accuse, presentando, a sua volta, – nella giornata di lunedì – una querela per calunnia.
Attualmente le indagini sono in corso, gli inquirenti stanno verificando l’attendibilità del racconto della presunta vittima, anche con l’ausilio di una perizia medica. Intanto il caso ha fatto molto parlare nel comune dell’hinterland dove il professionista è molto conosciuto. Ma la verità emergerà solo al termine delle indagini.

Un Commento

  1. alfonso alverino di toro san salvo scrive:

    a me è successo che un residente di fronte la mia abitazione mi spiava tramite cimici introdotte di nascosto all’interno della mia abitazione.
    Cioè mi spiava e lo faceva capire,tramite dei gesti.
    Ad esempio se in quel momento stavo consultando dei documenti riposti in una cartellina,si faceva vedere con una cartellina in mano,per torturarmi.
    Il complice era il padre un vecchiaccio di 86 anni che aveva il compito di distrarmi,faceva il palo quindi.
    Un giorno mi trovai in una videoteca e me lo vidi all’improvviso dietro che mi sogghignava volgarmente come un orco mentre si mangia un bambino.
    Quando fai schifo gli dissi e lui quardandomi fisso mi invei come per colpirmi al volto,subito fu denunciato e accantonato in carcere per un annetto solo per percosse.

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