Il prefetto non ci sta a essere tirato per la giacchetta da alcuni esponenti dell’amministrazione comunale e interviene, in maniera perentoria, nella polemica ingeneratasi in questi giorni sul fenomeno dello spaccio di droga nei luoghi pubblici di Isernia.
Solamente qualche giorno fa l’assessore Eugenio Kniahynicki aveva chiesto allo stesso prefetto di mettere in atto un’azione di monitoraggio, attraverso le forze dell’Ordine, per prevenire reati odiosi quali la cessione di sostanze.
Ebbene Guida, attraverso una nota ufficiale, si rivolge proprio al giovane esponente dell’esecutivo locale, precisando che la tematica inerente soprattutto la villa comunale era stata affrontata già settimane fa, attraverso un apposito incontro con i vertici di Polizia e Carabinieri.
«Vorrei anzitutto chiarire che esistono appositi canali istituzionali che le amministrazioni comunali possono e devono seguire per chiedere la convocazione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, in merito a problematiche riguardanti la comunità locale e il relativo territorio – ha dichiarato il prefetto Guida -. Questo è quello che ha fatto lunedì scorso il sindaco d’Apollonio inviando un’apposita comunicazione con cui ha chiesto la convocazione del suddetto Comitato per affrontare, in un’ottica di sicurezza integrata, le misure da approntare in vista della tradizionale fiera dei Santi Cosma e Damiano. Considerato che è il sindaco il rappresentante legale del Comune, in quella sede avrebbe chiesto di sottoporre all’attenzione del Comitato anche eventuali problematiche riguardanti la sicurezza della villa comunale, se ne avesse ravvisato l’esigenza».
Controlli nei luoghi a rischio
Dalla prefettura hanno inoltre sottolineato che la situazione della villa era già nota a Guida che, all’inizio della scorsa settimana, aveva disposto, in occasione di una riunione di coordinamento delle Forze di Polizia da lui convocata, mirati servizi di controllo di quella zona cittadina al fine di prevenire e reprimere lo spaccio di stupefacenti che talora avviene.
«Proprio a seguito delle direttive da me impartite sono stati intensificati, già dalla scorsa settimana, i controlli da tempo svolti, anche nelle zone della Stazione ferroviaria e del monumento ai caduti – ha proseguito il prefetto -. Quanto poi all’auspicio, espresso dall’assessore, che “siano intensificati in modo costante i controlli anche nei centri di accoglienza”, preciso che tali verifiche da parte della Prefettura sono frequenti e hanno portato, nell’anno in corso, all’applicazione di ben 43 sanzioni pecuniarie, ognuna pari al 5% dell’importo contrattuale, a carico dei gestori dei centri di accoglienza, nonché alla risoluzione di ben sette convenzioni. Tali controlli sono, ovviamente, di tipo amministrativo, cioè sono diretti a verificare la corretta erogazione dei servizi e non a eseguire perquisizioni alla ricerca di eventuale detenzione di stupefacenti, provvedimenti che possono essere disposti solo dall’Autorità Giudiziaria.
Nei casi in cui ciò è avvenuto, tuttavia, non sono state rinvenute sostanze stupefacenti».
Per quanto concerne poi l’ uso delle telecamere per contrastare i fenomeni legati alla criminalità, il prefetto ha sottolineato che «in più occasioni è stata stigmatizzata la carenza di manutenzione delle telecamere da parte del Comune che le rendono di fatto inutilizzabili da parte delle Forze dell’ordine».
Bordate tra istituzioni
«Vorrei concludere con un invito all’assessore Kniahynicki – chiosa Guida – di rivolgersi per il futuro direttamente al Prefetto, e non a mezzo stampa, sia per una questione di correttezza di rapporti istituzionali, sia perché la legge prevede appositi canali formali per sottoporre al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica problematiche concernenti la sicurezza urbana».

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