Gestione del fenomeno migratorio a Isernia: un tema che continua a tenere banco in città e che divide l’opinione pubblica, così come il mondo politico locale, sull’opportunità di ospitare richiedenti asilo, ma anche sulle modalità di fare accoglienza. Ad animare la discussione è ormai da mesi la possibilità, da parte del Comune di aderire al progetto Sprar, messo a punto da Governo e Anci e che consentirebbe la gestione diretta da parte dell’ente municipale. E che, ad avviso di moti, garantirebbe una forma di integrazione reale e concreta. Su questa lunghezza d’onda c’è anche l’Arci Immigrazione, secondo cui la mancata adesione allo Sprar rappresenta un’occasione persa di fare buona accoglienza, sia dal punto di vista dell’integrazione che della sicurezza.
«Noi, senza dubbio, siamo d’accordo con quanto sostiene il prefetto Fernando Guida – ha affermato il responsabile del sodalizio Alessandro Aucelli -. I migranti potrebbero essere una risorsa se il fenomeno, a Isernia, venisse affrontato in maniera diversa. Prima di tutto occorrono professionalità e programmazione e qui rientriamo nel discorso dello Sprar. Ancora non abbiamo chiaro se sia un discorso ancora aperto o meno. Secondo il nostro modo di vedere il Comune sta perdendo una grande possibilità, cioè quella di gestire il fenomeno migratorio e tenerlo sotto controllo. La mancanza di questi elementi fondamentali, dovuta al fatto che l’accoglienza sia stata affidata più ai privati che al settore pubblico, potrebbe portare a delle ‘distorsioni’ che noi condanniamo – ha quindi sottolineato – e mi riferisco anche le ultime polemiche legate all’incremento della criminalità».
Secondo il rappresentante dell’Arci Immigrazione il vero problema è che si è creato in città «un clima di chiusura totale verso il fenomeno migratorio – ha evidenziato -. Purtroppo gran parte della Giunta isernina aizza questo clima con atteggiamenti che, a mio avviso, sono più ideologici che giustificati. Non vedo perché se non consociamo ‘l’uomo nero’ dobbiamo dire che è cattivo. Dal punto di vista statistico, in provincia di Isernia, territorio in cui ospitiamo circa 1200 persone, sono pochissimi i reali episodi di allarme sociale e di criminalità. Noi di Arci immigrazione siamo certi che si tratti di numeri ‘fisiologici’, visto come sta andando l’accoglienza».
Al momento dunque, per l’associazione, sarebbe importante la gestione diretta del fenomeno da parte del Comune.
«La grande opportunità è lo Sprar, – ha ribadito infatti Aucelli – perché offre maggiore professionalità all’accoglienza. Lo Sprar per legge deve ospitare persone e far lavorare professionisti del settore. Inoltre è controllato dal Comune. Poi ci sono organismi come il nostro. Noi, ad esempio, abbiamo allestito la scuola di italiano e, considerando ch il Cpa (la scuola che frequentano gli stranieri) è chiusa, abbiamo avuto una grande partecipazione. Non credo che queste persone che sono venute da noi spendendo due euro per il pullman e che hanno mostrato la volontà di imparare la nostra lingua non vogliano integrarsi. Così come abbiamo i migranti impegnati nei lavori socialmente utili in alcuni Comuni della provincia. Ultimamente alcuni ragazzi hanno partecipato a spettacoli di danza. Ecco, le buone pratiche per noi sono tutte quelle attività che, dal punto di vista sociale, portano alla conoscenza reciproca. Dopodiché naturalmente è importantissimo creare un tavolo di concertazione a cui parteciperanno tutti gli ‘attori’ coinvolti, dalla Prefettura, al Comune, alle associazioni. Ben venga anche un tavolo sulla criminalità – ha concluso -, che noi condanniamo ovviamente, ma che parla di episodi sporadici e che per noi sono la conseguenza di un’accoglienza che non viene portata avanti come invece si dovrebbe».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.