“Visto l’articolo 129 del codice di procedura penale, il tribunale di Bari, dichiara di non doversi procedere nei confronto di Patrizia De Palma, Rosangela De Palma, Anna Franco, Emiliana Fusaro, Maria Laura tartaglia, Nicolina Zizza, Ugo Sciarretta, Annita Cupaioli, Maria Agnese Forte e Armando Marinozzi, perché i reati loro rispettivamente ascritti sono estinti per intervenuta prescrizione». Con questo dispositivo cala il sipario definitivo sulla vicenda Black-hole, anche sull’appendice delle dieci persone per cui era stato ritenuto di andare avanti nella causa penale. E’ quanto stabilito giovedì scorso dal giudice Ambrogio Marrone della prima sezione penale. Non è tardato ad arrivare il commento di uno dei legali che maggiormente hanno seguito da vicino la vicenda processuale di Black-hole, Antonio De Michele, che nell’appendice conclusasi ieri al tribunale di Bari difendeva tre imputati, tra cui Patrizia De Palma. «Ieri l’altro il Tribunale di Bari ha posto la parola fine a quello che era stato il maxi processo Black-hole, che vedeva sul banco degli imputati solo 10 degli originari 114 imputati. Erano gli unici , tra i tantissimi, ad essere stati rinviati a giudizio. Per tutti gli altri, il Gup del Tribunale di Bari, esattamente quattro anni addietro, aveva emesso sentenza di non luogo a procedere con varie formule di proscioglimento. Nelle more, alcuni dei prosciolti hanno ricevuto l’indennizzo per l’ingiusta detenzione che ebbero a subire. Altri hanno ricevuto l’indennizzo in base alla legge Pinto. I dieci imputati rimasti alla sbarra, si sono visti ieri applicare una sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione. La cosa paradossale è che il Tribunale barese ha dovuto applicare la prescrizione, senza che l’istruttoria dibattimentale sia mai iniziata, nonostante il rinvio a giudizio fosse intervenuto nella primavera del 2015. Nel fascicolo dei Giudici baresi non vi era nessun atto spendibile, né a carico né a favore degli imputati. Di chi la colpa??? Non certamente degli imputati. Le regole del processo dicono che vanno acquisite nel fascicolo dei Giudici prima le testimonianze “a carico”, quelle proposte dal P. M. Una volta terminata l’acquisizione delle prove proposte dal P. M. possono trovare ingresso le testimonianze proposte dalla difesa. Nel caso del processo barese, il P. M. non aveva ancora introdotto una sola testimonianza utilizzabile, per cui anche i testi indicati dalla difesa, non sono stati ascoltati. Alla fine è intervenuta una decisione “neutra” , legata al solo calcolo del decorso del tempo. Una decisione che solleva , ma che nello stesso tempo lascia l’amaro in bocca. L’accusa non ha provato il fondamento della pretesa punitiva, la difesa non ha potuto contrastare le ipotesi accusatorie, dimostrando così l’innocenza degli imputati. Alle fine l’unica cosa che rileva, accanto al silenzio assordante di chi aveva fatto degli arresti del 2004 una cassa di risonanza, con articoli roboanti e …lincianti è l’ennesimo buco nell’acqua, il black-hole in the water, scaturito da una indagine che ha segnato un epoca. Alla fine una magra, anzi una magrona figura, per usare il superlativo, per chi ebbe a condurre le indagini».

Un Commento

  1. silvester cat scrive:

    e che vi aspettavate ?

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