Presentato come soluzione alla carenza di parcheggi, in realtà stravolge il volto di Termoli. Così sintetizzano i componenti del comitato la contrarietà al cosiddetto ‘tunnel’. Un piano di riqualificazione del borgo che l’amministrazione Sbrocca ha voluto fortemente e che la giunta di centrosinistra che ha guidato la Regione fino al 22 aprile ha inserito fra le opere strategiche finanziate con il Patto per il Molise.
Ieri, però, il Consiglio regionale a maggioranza di centrodestra ha espresso una «netta contrarietà». La seduta monotematica chiesta e ottenuta dai consiglieri dei 5 Stelle, che da sempre contrastano l’intervento, si è chiusa con il voto di un ordine del giorno (16 i sì di centrodestra e pentastellati, i due Pd Facciolla e Fanelli hanno votato contro) che «rinnova l’opportunità affinché l’amministrazione comunale di Termoli valuti il ricorso allo strumento referendario, per registrare appieno il sentimento dei cittadini sulla realizzazione dell’opera denominata “Tunnel di
raccordo stradale tra il Porto ed il Lungomare Nord con parcheggio multipiano interrato al disotto di
Piazza Sant’Antonio e recupero funzionale dell’adiacente parcheggio multipiano area denominata Pozzo Dolce”. Un diverso avviso sull’utilizzo dello strumento referendario determina un’assoluta contrarietà da parte del Consiglio regionale alla realizzazione dell’opera».
È la posizione espressa in mattinata in Aula dal governatore Donato Toma: «Il Comune di Termoli ha perso un’opportunità, che può ancora recuperare, quella cioè di procedere a strumenti referendari». «Sono loro che devono decidere – ha aggiunto riferendosi ai cittadini – altrimenti per quanto mi riguarda dico no alla realizzazione dell’opera. Non vogliamo che una decisione così forte per i termolesi e per tutto il Molise sia assunta secondo i principi della rappresentatività. L’atteggiamento assunto dal Comune di Termoli è arrogante. Se il referendum verrà fatto – ha concluso Toma – ci inchineremo alla volontà del popolo, altrimenti ribadisco il mio no».
L’unico atto che la Regione può fermare al momento è la variante al Prg. A cui qualcuno (Calenda, Lega) ieri ha già detto no. Secondo Facciolla, capogruppo dem, invece la Regione non ha competenza.
Comunque, nell’odg votato ieri sera il Consiglio impegna la III Commissione a svolgere un’indagine conoscitiva riguardo al procedimento riguardante l’opera e a riferire in Aula sulle informazioni acquisite e le conclusioni raggiunte. Stamane la prima seduta.
Maggioranza e 5 Stelle hanno votato insieme, ma le sfumature sono emerse evidenti. Secondo i pentastellati, non aveva senso invitare la referendum poiché non ci sono più i tempi. E il 30 ottobre scade il termine per dire sì o no alla variante al piano regolatore della città.
«Finalmente siamo riusciti a riportare la discussione sul tunnel di Termoli in Consiglio regionale. Siamo riusciti a stanare il governo di centrodestra che, nonostante le proprie dichiarazioni pubbliche in campagna elettorale, non si è sbilanciato con una posizione politica netta e chiara sul progetto», il commento di Patrizia Manzo dopo la seduta.
Il centrodestra invece esulta: secondo alcuni non c’è solo la variante al Prg come appiglio per far saltare l’infrastruttura da 19 milioni e il percorso avviato porterà dei risultati.
r.i.

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