Nuovi episodi di “puzze” in città. Ieri mattina alle nove l’aria è divenuta irrespirabile proprio nel centro di Venafro. Per oltre mezz’ora si respirava un acre odore di plastica bruciata che prendeva alla gola. Poi il fenomeno, così come è apparso, è scomparso all’improvviso. Stessa cosa è accaduta l’altro ieri notte, sempre per un tempo ben definito. Un residente su viale Vittorio Emanuele (meglio conosciuto come viale della Stazione) ha segnalato di aver dovuto chiudere le finestre e tapparsi in casa, tanto l’aria era irrespirabile e prendeva alla gola. Insomma ancora una volta l’aria di Venafro diventa acre e maleodorante. E nessuno sa indicarne la causa. Tramite segnalazioni a Primo Piano molti cittadini chiedono l’intervento degli enti preposti ai controlli, a cominciare dall’Arpa Molise e dalle Forze dell’Ordine. Possibile che con i mezzi tecnici a disposizione non si riesce a venire a capo di un problema così serio e fastidioso.
Quale può essere la fonte e come porci rimedio? Sicuramente potranno aiutare anche i tecnici nazionali dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale) che presto si affiancheranno all’Arpa e ad altri organismi regionali, per analizzare il fenomeno dell’inquinamento della piana venafrana. Arrivando alla “fonte” del problema, più volte denunciato dalle associazioni ambientaliste e dalle Mamme per la Salute. Oltre che dall’intero popolo venafrano sfilato in protesta per le vie cittadine, la sera del 14 gennaio, con una partecipazione imponente (erano oltre 5mila). Quello stesso popolo che ha firmato una successiva petizione inviata alla Regione ed altre istituzioni, per chiedere l’adozione di misure concrete, per la difesa dell’ambiente venafrano. Red.

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