Un cane padronale ha rischiato di morire a causa dei bocconi avvelenati sparsi in via Sant’Andrea. Paco, questo il nome del quattro zampe vittima dell’esca, è riuscito a salvarsi grazie al pronto intervento del veterinario e dei proprietari che subito si sono accorti che qualcosa non andava ed hanno lanciato l’allarme. Tanti altri animali avrebbero potuto incappare nell’”inganno”. Così, ieri mattina, nell’area mercatale della città si sono subito fiondati i Carabinieri Forestali di Venafro coadiuvati dal Nucleo cinofilo antiveleno di Frosolone. La squadra dell’Ispettore capo Antonio De Caprio si è pertanto immediatamente attivata al fine di scongiurare altri episodi di avvelenamento scandagliando il territorio palmo a palmo alla ricerca di altre esche. Un campione del boccone incriminato è stato prelevato dai tecnici del Nucleo antiveleno di Frosolone e sarà analizzato per capire di che tipo di sostanza si trattasse e per indagare (va ricordato che l’avvelenamento di animali è reato penale). A prima vista, sembrerebbe veleno per lumache. Occultato nella carne.
Il cane quando ha fiutato il cibo si è lasciato ingolosire e si è fiondato per ingerirlo. Una volta a casa ha quindi avvertito i sintomi tipici dell’avvelenamento, che non sono sfuggiti ai padroni che lo hanno portato dal veterinario. Da qui l’allarme, lanciato anche a mezzo social network.
L’area, secondo quanto denunciato dai residenti, è invasa da randagi. Probabilmente per questo qualcuno ha pensato bene – o meglio: male, malissimo – di piazzare delle esche avvelenate per ammazzare quanti più animali vaganti possibile. Un modo barbaro per “risolvere” il problema che, però, appare reale e che chiama le Istituzioni (in realtà già attive con le campagne di iscrizione canina) ad una risposta più decisa. E, possibilmente, celere come quella garantita dai Carabinieri Forestali che praticamente l’indomani della segnalazione hanno deciso di intervenire per scongiurare una strage di animali.

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