Sprar: il Comune di Venafro rischia di perdere il finanziamento di 8 milioni di euro. A Palazzo Cimorelli non riescono a superare alcune criticità legate alla disponibilità delle strutture indicate dai gestori del servizio.
Ricordiamo che c’è stato un bando pubblico, l’appalto è stato assegnato a una associazione temporanea di imprese, in questo caso di cooperative che operano già in questo settore.
Secondo indiscrezioni se lo Sprar non parte entro l’anno, la revoca del finanziamento da parte del Ministero dell’Interno sarebbe inevitabile. Se ne stanno perdendo le tracce di questo progetto, perché ancora una volta la burocrazia sembra aver preso il sopravvento e così lo Sprar, il centro di accoglienza per richiedenti asilo finanziato dal Ministero dell’Interno con 8 milioni di euro, è a rischio.
Dal Comune di Venafro assicurano che stanno procedendo, ma non sembrerebbe proprio così, atteso che i gestori del servizio, la documentazione richiesta ad integrazione di quanto già presentato per quanto attiene l’idoneità delle strutture, l’hanno consegnata rispettando le scadenze. Ricordiamo che le strutture indicate nella progettazione dalle cooperative hanno ricevuto i previsti pareri delle autorità preposte, Vigili del Fuoco, Asrem e prefettura di Isernia.
Ad occuparsi di questa pratica, per nome e per conto dell’amministrazione comunale, è il segretario comunale Mario Barone. L’amministrazione comunale su questo capitolo non ha ancora preso posizione, e appare strano perché l’adesione allo Sprar è stato un cavallo di battaglia anche degli attuali inquilini di Palazzo Cimorelli. Un lavoro certosino portato avanti dall’ex sindaco Antonio Sorbo e dall’attuale assessore alle Politiche sociali Angelamaria Tommasone, in piena sintonia con il prefetto di Isernia Fernando Guida, che ora rischia di essere vanificato sotto i colpi della burocrazia. Ma ci sono i bandi e le cooperative che si sono aggiudicati gli appalti, che hanno investito in strutture e personale qualificato che potrebbero chiedere il conto a stretto giro di posta.
Dalla Prefettura di Isernia ribadiscono che l’apertura dello Sprar in un comune ha un duplice scopo: da un lato, ridurre l’impatto che l’arrivo dei migranti genera sul territorio, mirando ad una distribuzione sempre più equilibrata e sostenibile tra le diverse realtà locali, in attuazione delle indicazioni contenute nel piano Governo-Anci. Dall’altro, rendere il Comune protagonista attivo nella gestione dell’accoglienza, favorendo in tal modo i percorsi di integrazione ed inclusione sociale ed economica dei richiedenti asilo.
Con la firma dell’accordo, il Comune di Venafro, sotto l’amministrazione Sorbo, aveva già manifestato la volontà di aderire allo Sprar con un progetto per 28 posti per arrivare poi a non superare la quota 137 immigrati su tutto il territorio venafrano. Tutto questo permetterà al Comune di beneficiare del ‘congelamento’ al 2016 dei numeri per l’accoglienza, bloccando la propria quota, come detto, a 137.
Nella sostanza, poiché a Venafro sono già presenti 77 richiedenti asilo accolti nei centri di accoglienza attivati dalla Prefettura, la quota di 137 migranti prevista dal Piano 2016 potrà essere raggiunta con un incremento di 60 richiedenti asilo, mentre, in assenza del protocollo, l’aumento sarebbe potuto arrivare fino a 176 migranti per soddisfare la quota di 253 del Piano 2017.
Insomma, ora tutti si aspettano a Venafro l’avvio dello Sprar che ha una dote finanziaria di tutto rispetto. E una ricaduta importante su tutta l’economia cittadina. Con la possibilità, tutt’altro che trascurabile, di nuova occupazione per tutte le figure che serviranno a garanzia dell’avvio di tutte le attività previste nel progetto da 8 milioni di euro. Ma come detto, tutto questo rischia di essere cancellato, con buona pace di tutti.

Marco Fusco

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.