La prossima settimana a Roma si vedranno Berlusconi, Salvini e Meloni. Tra le cose da decidere, anche chi candidare come governatori nelle Regioni al voto, quindi Lazio, Friuli e Molise, perché in Lombardia è tutto già deciso.
Sul territorio, in Molise, il centrodestra prova a serrare le file. Nonostante le fibrillazioni delle ultime ore. Anzi, proprio per rispondere a chi, come l’ex governatore Iorio ha lanciato accuse circostanziate e pesanti all’uomo forte di Forza Italia e del centrodestra, Patriciello.
Ieri sera all’hotel Europa c’erano tutti. C’era anche Salvatore Micone, passato dal centrodestra al centrosinistra a metà mandato – quando è diventato presidente di commissione – e ora tornato a casa. C’erano, tra gli altri, il coordinatore dei Popolari per l’Italia Vincenzo Niro, i sovranisti Angela Fusco Perrella e Carlo Perrella, Maurizio Tiberio per Idea, Teresio Di Pietro e Mimmo Izzi per l’Udc, Graziano D’Agostino e Gianluca Cefaratti (sostenitori della candidatura del presidente del Tribunale di Isernia Vincenzo Di Giacomo). C’era tutto lo stato maggiore di Forza Italia: il capogruppo in Regione Nicola Cavaliere, la coordinatrice Annaelsa Tartaglione, l’eurodeputato Aldo Patriciello.
Intercettato dai cronisti, Patriciello ha risposto alle domande – naturalmente incalzanti – e chiarendo che, intanto, l’incontro è stato convocato per discutere sul programma, su «quello che dobbiamo costruire per il Molise». Il nome del candidato lo indicherà il tavolo nazionale, «noi – ha sottolineato – da soldati ci rimettiamo a quella decisione». I molisani, a suo parere, non sono tanto interessati ai nomi ma a «sapere cosa vogliamo fare per questa regione, che intenzioni abbiamo, quale prospettiva vogliamo dare alle aziende, ai giovani».
Il nome del giudice Di Giacomo, si dice negli ambienti, piace anche a lui. Che però ufficialmente non si sbilancia: «Sono per un candidato che possa rappresentare il massimo del consenso, una coalizione più ampia possibile. Non faccio nomi, non spetta a me. Mi rimetto alla coalizione e al tavolo nazionale».
A Iorio che lo ha accusato di fare il doppio gioco ha risposto a più riprese. «Nel Molise siamo abituati a parlare troppo e dire cose che non sono vere. Qualcuno scomoda la Cia, gli aerei per trasportare amici da una parte all’altra… le elezioni impongono serietà, correttezza e un po’ di stile che purtroppo in questa regione viene meno anche nelle competizioni democratiche. Possiamo non condividere un’idea, una scelta ma essere corretti, che è la regola che ci dobbiamo dare tutti quanti». La data del voto, poi, una querelle che sta avvelenando una campagna elettorale già infuocata. È una questione che Patriciello porrebbe «ai consiglieri regionali, la legge non l’ho fatta io, l’hanno fatta i consiglieri regionali di maggioranza. Condivisibile o meno, è una legge che va approvata dal governo, dopo il passaggio regionale quella legge va ratificata o va osservata. Vediamo il governo cosa fa. Io auspico che si voti il 4 marzo ma non sto qui a strapparmi le vesti se il governo osserva la legge. Perché se lo fa c’è qualche motivo di incostituzionalità o di errore e credo sia corretto, se c’è un errore, che vada rettificato».
Nei corridoi dei palazzi della politica, si è vociferato di un incontro ‘galeotto’ con il governatore Frattura e il suo vice Facciolla. Un ‘ritorno di fiamma’ denunciato dagli avversari che hanno gridato allo scandalo. Il patto sarebbe: alle politiche l’esponente di Forza Italia traina gli azzurri, alle regionali che si terranno ad aprile sarà libero di confermare l’alleanza con Frattura. Questa la ricostruzione che Iorio ha adombrato senza nomi nella sua nota di fuoco.
Patriciello ha chiarito di essere «impegnato nel centrodestra. Resto in Europa perché voglio continuare a fare il parlamentare europeo, mi sento di squadra col centrodestra, a testa alta, senza condizionamenti e avvelenamenti di pozzi». Quanto a Frattura, è «è governatore del Molise fino alla nuova scadenza elettorale. E ogni cittadino del Molise se va in un bar o locale pubblico e incontra il presidente della Regione o un componente del Consiglio ha il dovere di salutare. Io con Frattura non ho avuto nessun incontro riservato né nascosto né da carbonaro, peraltro non ci sarebbe alcun motivo per farlo. Rispondere alle insinuazioni di chi cerca di avvelenare i pozzi non mi appartiene come metodo, come costume e correttezza».
A chi gli ricorda che per cinque anni ha appoggiato Frattura in Regione, Patriciello replica: «Io sono stato cinque anni a fare il parlamentare europeo. Nel 2013 si è votato per il Molise, nel 2014 sono stato candidato con Fi e sono stato fra i più votati d’Italia», il suo obiettivo era «rappresentare Fi in Europa, lo farò fino alla fine del mandato. Se gli elettori del collegio mi ridaranno fiducia tornerò a fare la stessa cosa».
Certo, lo scontro con l’amico-avversario di sempre – Michele Iorio – è tornato ai livelli massimi. Tra le critiche mosse a Patriciello c’è quella di voler far confluire i consensi sul nuovo movimento, Orgoglio Molise, che dovrebbe nascere dalle ceneri di Rialzati Molise. E quindi di non impegnarsi per la lista degli azzurri. La sfida di Iorio è, quindi: faccia la lista di Forza Italia.
«Io rispondo a Forza Italia e non a lui. Piuttosto lui dica se sta nel centrodestra e si impegni a fare la sua lista, come io farò quella di Forza Italia, sto lavorando da mesi per questo. Non solo la lista di Fi, starò vicino a tanti amici di altre liste perché a noi non interessa vincere con FI ma portare avanti progetto per Molise e molisani». E Orgoglio Molise? Sarà, ha concluso Patriciello, un nuovo politico oppure farà parte della lista di Forza Italia, «vedremo nei prossimi giorni».
r.i.

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